La distanza tra la politica e i problemi della gente

Venerdì 17 Febbraio 2017
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Caro direttore,
in un mondo sempre più di reality anziché di realtà, chi dovrebbe amministrare la “cosa pubblica” sembra vivere una propria realtà virtuale. Con le difficoltà economiche e sociali in cui si trova il nostro Paese, a Roma i partiti dibattono su legge elettorale e data delle votazioni (tenendo conto di sondaggi, vitalizi, sentenze di Strasburgo…); sempre a Roma si osanna un accordo per la costruzione dello stadio (un’opera urbanistica con l’assessore di reparto dimissionario!); in Veneto fra aree industriali deserte con capannoni vuoti e impianti di biomassa costruiti a scopo di lucro, si approva (con qualche dubbio di legittimità) il referendum per la divisione fra Venezia e Mestre per la quinta volta. Si tratta di tematiche certamente importanti ma che forse dovrebbero essere affrontate dopo aver risolto prima i problemi di vita reale.
Andrea Linguanotto
Gaiarine (TV)
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Caro lettore,
spesso la politica mostra un’insana capacità di concentrarsi solo sul proprio ombelico nell’indifferenza di tutto ciò che le sta intorno. Talvolta, come in questi giorni, è davvero impegnativo anche per noi spiegare a voi lettori la logica (non diciamo l’importanza!) di certi dibattiti surreali o delle convulsioni che animano partiti e amministrazioni. Qualcuno ha detto che ormai da tempo la politica ha smesso di essere scienza del buon governo, per diventare arte della conquista e della conservazione del potere. Assistendo a scontri e polemiche tanto infiniti quanto distanti anni luce dalla vita reale vien da pensare che forse questa sia l’unica, vera spiegazione possibile.
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