Orge in canonica, l’ira del Patriarca: «Non sono né preti, né uomini»

Sabato 28 Gennaio 2017 di Daniela Ghio
Orge in canonica, l’ira del Patriarca: «Non sono né preti, né uomini»
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Angoscia, disappunto e rabbia. Sono queste le sensazioni del patriarca di Venezia Francesco Moraglia, presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, di fronte allo scandalo che ha colpito la Chiesa di Padova, con alcuni parroci coinvolti in incontri a luci rosse. «Questi sono i miei sentimenti di uomo – spiega il patriarca –, in certi momenti provo addirittura rabbia. Dall’altra parte, c’è l’atteggiamento del vescovo, di colui che si sente responsabile, e che in questa situazione deve fare una vera operazione di verità. Capire perché si è arrivati a questo punto». Ha parlato con estrema franchezza il prelato ieri nel tradizionale incontro con i giornalisti organizzato, a Venezia dall’Ufficio stampa e comunicazioni sociali della Diocesi insieme al settimanale Gente Veneta e in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Veneto e la sezione veneziana dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, nelle vicinanze della ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Moraglia, ha ricordando anche gli interventi del vescovo di Padova, in merito alle vicende che investono un sacerdote padovano accusato di violenze sessuali da una parrocchiana, ma che ha tirato in causa anche altri sacerdoti. «Non c’è - ha aggiunto - da ricorrere alla questione del celibato come causa di questi comportamenti che, se sono veri, non solo non sono cristiani ma non sono neanche umani.

Bisogna capire come possano essere maturati comportamenti così inquietanti che non sembrano investire solo un singolo comportamento o un singolo atto ma qualcosa di organizzato». «Come vescovo - ha precisato - ho l’obbligo di capire. Dobbiamo capire chi bussa alle porte dei nostri seminari. Abbiamo la responsabilità di formare preti che siano prima di tutto uomini di Dio, che pregano e stiano in mezzo alla gente, la fede deve divenire storia. Il seminario deve essere un tempo di verifica sul fronte della vocazione perché uno può essere un’ottima persona ma non essere adatto a fare il prete». Da parte della Chiesa, poi, su un piano generale, eventi come quelli che si sarebbero verificati a Padova non vanno tenuti nascosti. «Il Signore ci chiede un atto di umiltà e di verità nella riconciliazione - ha detto ancora il patriarca -. Le nostre chiese - hanno bisogno di atti di vera umiltà e nel contempo una operazione di verità. La rigenerazione comincia quando ci si mette sotto la luce delle verità». È stato padre Federico Lombardi, giornalista e sacerdote gesuita dal 2006 al 2016 direttore della Sala stampa vaticana sotto due Papi (Benedetto XVI e Francesco), l’ospite d’eccezione dell’incontro. Anche il gesuita ha sottolineato l’importanza della verità, soprattutto nell’informazione. «La cultura odierna – ha affermato Lombardi – ha bisogno di trasparenza, c’è attesa di ricerca di verità. Come informatori dobbiamo vivere la verità, dando un piccolo contributo al suo riconoscimento, e cercare di comunicare speranza e fiducia». Sull’argomento si è espresso anche il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Maurizio Paglialunga, che ha richiamato l’essenzialità dell’informazione e il rispetto della privacy, soprattutto nei riguardi delle persone non indagate, mentre il rappresentante dell’Odg veneziano, Leopoldo Pietragnoli, ha denunciato il dilagare di notizie false sul web e le attuali difficili condizioni dei giornalisti.

Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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