L'avvocato allibito: scomodati giudici, pm e legali per una pena di 50 euro

Venerdì 2 Dicembre 2016
Dario Lunardon e un brano del decreto del Gip: il condannato rifiutò di dare le generalità al capo treno
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BASSANO - (Cs) Un'indagine di mesi, o forse molto di più, per concludere il lungo iter con un'ammenda di 50 piccoli euro. E' una delle tante storie burocratico giudiziarie italiane. A segnalare la vicenda è Dario Lunardon, avvocato con il senso della notizia per il passato da cronista, che segnala l'incongruenza: «In Italia rifiutarsi di dare indicazioni sulla propria identità al capotreno è reato. Così, quando accade, vi sarà qualcuno che segnalerà il fatto alla Procura della Repubblica, poi il personale amministrativo della Procura formerà un fascicolo, mentre un pubblico ministero dovrà fare le sue valutazioni. Infine un giudice si dovrà pronunciare e in scena entrerà anche un difensore che dovrà essere, giustamente, garantito all'imputato, perché comunque si tratta di un procedimento penale».

Il risultato però di tutto questo tourbillon giudiziario è modesto: cinquanta euro di ammenda, spiega Lunardon esibendo anche il decreto penale di condanna emesso da un Gip. «Il costo per lo Stato sarà stato di almeno 30 o 40 volte tanto, considerato il dispiego di energie di personale dell'amministrazione della Giustizia.  Ma quando mai verrà il momento, in questo Paese, di affrontare con serenità e serietà una vera riforma della giustizia? E quando finiremo di introdurre nel nostro ordinamento reati privi di qualsivoglia allarme sociale?». Il problema, aggiunge Lunardon, è di iniziare un vero percorso di depenalizzazione, perché fino a quel momento «resteremo un Paese in cui vi saranno decreti penali di condanna da 50 euro, e continueremo a crederci un Paese civile».

Il decreto penale del Gip: tanto rumor per... 50 euro
Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA