«Giustizia, dal 29 novembre gettati in strada 1.500 tirocinanti, 70 in Veneto»

Mercoledì 30 Novembre 2016
Dal ieri, 29 novembre, vengono letteralmente buttati per la strada ben 1500 tirocinanti precari della Giustizia che dal 2010 lavorano presso tribunali, procure e corti d'appello delle varie regioni italiane, oltre 70 solo in Veneto. Sono lavoratori over 50 provenienti da mobilità di aziende private, esaurita la quale sono stati continuativamente richiamati in servizio attraverso la formula dei tirocini formativi e degli stages, formula che se de iure non ha mai costituito formale contratto di lavoro, de facto stante la durata e la continuità ha finito per instaurarlo senza alcun beneficio in termini di ferie, contributi, malattia ecc. ma solo di tasse da versare a fronte di una paga mensile di 400 euro. In questi 6 anni il loro ruolo si è rivelato indispensabile per il funzionamento delle cancellerie, per la gestione degli archivi, per il supporto agli sportelli dedicati all'utenza, professionale e non in virtù della conclamata, drammatica carenza di personale, viavia aggravatasi.

A questa carenza si è voluto dare una risposta sconcertante, del tutto avulsa dalla logica che avrebbe voluto la stabilizzazione di queste persone, già ottimamente inserite, formate e di disponibilità immediata, da un lato richiamando pensionati delle forze dell'ordine, dall'altro dirottando dipendenti di ogni tipo di Enti, quali ad esempio la Croce Rossa che, certo, sanno trattare le emergenze, ma di tutt'altro genere. In più, prendendo il caso del Veneto, il Governatore Zaia ha sottoscritto il 10 novembre un accordo col Ministro Orlando che, a fronte del benservito definitivo di tutti gli oltre 70 precari tirocinanti veneti, prevede l'arrivo in prestito di un ugual numero di dipendenti regionali totalmente estranei al contesto delicato in cui saranno chiamati a lavorare. Perchè questa beffa? Perchè poi rinunciare ai cospicui fondi europei previsti all'uopo? Interrogativi angoscianti per tutti i tirocinanti precari, da oggi ex e per le loro famiglie, ma imbarazzanti per una classe politica sorda e cieca come non mai. 


Vittore Trabucco
Treviso
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