Roma, fugge dalla polizia e si schianta contromano vicino al Gra: feriti altri automobilisti, uno è grave

Sabato 5 Novembre 2016 di Alessia Marani e Riccardo Tagliapietra
Foto da Twitter
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Fugge all'alt della polizia, imbocca contromano la rampa che da via di Tor Bella Monaca porta al Gra, e si schianta frontalmente con altre quattro vetture: per Manuel Maruca, 18 anni compiuti a gennaio, senza patente alla guida di una Cinquecento, non c'è stato nulla da fare. Il ragazzo è morto poco dopo al pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata. Altri due automobilisti, centrati in pieno dall'auto condotta dal giovane, sono finiti in ospedale. Si tratta di Massimo G., di 49 anni, trasportato in gravi condizioni all'Umberto I, e di Agostino V., 82 anni, ricoverato al Policlinico Casilino. 

LA DINAMICA
L'incidente è avvenuto intorno alle 17.20 di ieri. Tra le torri e via dell'Archeologia vi erano in quel momento diverse volanti, un controllo speciale dopo gli assalti delle gang che nei giorni scorsi avevano vandalizzato gli autobus Atac e i regolamenti di conti su piazza per motivi di droga. Sul ciglio della strada un poliziotto stende la paletta, fa cenno alla 500 grigia di fermarsi. Ma per tutta risposta Manuel inchioda, veloce fa l'inversione, spinge ancora sull'acceleratore, sperona alcune auto, si dirige verso la rotatoria di via di Torrenova e lì finisce per prendere il vialone verso il Raccordo contromano. La strada, di sabato pomeriggio, è ipertrafficata. Manuel non riesce a schivare le auto che gli si fanno incontro uscendo dal Gra. Tutto si consuma in pochi minuti, con la polizia che fa confluire sul posto altre pattuglie e la Stradale che chiude le vie vicine. La 500 è ridotta a un ammasso di lamiere. 

I TESTIMONI
«C'era un'ambulanza che passava lì - racconta un'amica di Manuel - non c'è stato bisogno neanche di chiamarla. L'ha caricato e portato in ospedale». Chi vede arrivare Manuel al pronto soccorso steso sulla barella si rende subito conto che le condizioni sono disperate. A Tor Vergata si radunano gli amici, i parenti, la sorella, il fratello, il papà di Manuel. Il tam tam nel quartiere è stato veloce. «Si sentivano tutte quelle sirene - dicono gli amici - ci siamo chiesti subito che cosa era successo. Appena saputo che in quella macchina c'era Manuel siamo corsi». Il policlinico è assediato da un centinaio di persone, tanti teenager, compagni delle scuole e di cortile, in attesa di notizie dai medici. Ci sono anche decine di poliziotti. Alcuni fanno cordone davanti all'ingresso della sala interna del pronto soccorso. Non fanno passare nessuno. Fuori, schierate, sulla strada le volanti. C'è tensione, ma soprattutto disperazione. 

IL PAPÀ La situazione di Manuel si aggrava sempre più, alle 19 la famiglia viene informata della morte. Papà Pietro non si dà pace. Un pianto disperato. «Pe' una patente, per una patente, non si può morire così. Non è possibile, non ci credo che è morto», ripete. La rabbia è tanta, se la prende con i poliziotti: «É colpa vostra». Ma un amico lo abbraccia, lo calma: «Lascia stare, con chi te la prendi. Pensa agli altri figli». Un altro amico è furioso: «La polizia lo conosceva già sapeva chi era. Potevano lasciarlo andare». Ma gli animi si calmano subito, c'è solo dolore. Manuel era già stato fermato per guida senza patente e resistenza a pubblico ufficiale. La bravata di ieri gli è costata la vita e altre due persone sono in ospedale. 
La rampa del Gra è stata chiusa fino alle 19.30 per i rilievi. Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta. 
Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 06:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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