MESTRE - Senza scarpe, ma con lo smartphone. All'indomani della protesta in strada così apparivano ieri i profughi ospitati all'hotel Byron di Malcontenta. Erano lì, chi bivaccava sui divani e chi gironzolava nei dintorni. «Non abbiamo le scarpe e siamo costretti a stare con le ciabatte anche ora che fa freddo - dice, con poche parole stentate di italiano, Aadan, 24 anni originario della Somalia - anche i vestiti sono leggeri». La storia dei lucchetti che il giorno prima li aveva fatti scendere in strada per una breve manifestazione sembra archiviata. «Purtroppo vengono in Italia avendo come modello i sistemi di accoglienza del Nord Europa - spiega Lorenzo Chinellato, presidente della cooperativa Sar.ha - quando sono arrivati li abbiamo vestiti, abiti standard. A loro piacciono i vestiti di marca, Armani e Boss, ci hanno chiesto le scarpe Pirellli. Questi sono i loro modelli. Quando sono giunti da noi non avevano abiti, ma avevano tutti lo smartphone»..
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