Apache Usa in azione a Mosul: l'Isis scatena i kamikaze, timori per armi chimiche

Mercoledì 19 Ottobre 2016
Apache Usa in azione a Mosul: l'Isis scatena i kamikaze, timori per armi chimiche
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«Non abbiamo fretta di arrivare a Mosul». Le parole del portavoce dell'offensiva irachena, il generale Yahya Rasul, danno l'idea delle difficoltà ad avanzare per l'esercito di Baghdad e i miliziani curdi, frenati dalle tattiche impiegate dai miliziani dell'Isis che si nascondono in reti di cunicoli sotterranei e attaccano le forze lealiste con autobomba condotte da kamikaze. E intanto a dar man forte alle truppe lealiste entrano in azione gli elicotteri Apache americani. Il generale Gary Volesky, capo delle forze di terra degli Usa e della Coalizione internazionale in Iraq, ha detto che gli elicotteri hanno bombardato postazioni delle forze jihadiste la notte scorsa, ma non ha fornito particolari, citando esigenze di sicurezza. Gli Stati Uniti, che dall'agosto scorso bombardano con la loro aviazione l'Isis in Iraq, hanno dispiegati nel Paese circa 5.000 militari, in piccola parte forze d'elite per operazioni speciali e per il resto impiegati come istruttori e consiglieri.

La battaglia si svolge ancora in villaggi e zone rurali lontane dalla città, da oltre due anni 'capitalè dello Stato islamico in Iraq. Quando i combattimenti arriveranno nel centro cittadino, le distruzioni e le perdite umane, comprese quelle di civili, potrebbero assumere dimensioni catastrofiche. Anche se, secondo quanto ha precisato un altro generale iracheno, Talib Shaghati, il numero stimato dei jihadisti trincerati in città non è superiore ai 6.000. E intanto, una densa nuvola di fumo avvolge la campagna a sud di Mosul, a causa degli incendi appiccati da miliziani jihadisti ad alcuni pozzi di petrolio della zona. Mentre gli Usa temono che i miliziani dell'Isis possano ricorrere all'uso di armi chimiche rudimentali. La prima preoccupazione delle forze lealiste, ha sottolineato il generale Rasul, è quella di «preservare la vita dei civili, le loro proprietà e le infrastrutture di Mosul». In questo quadro, oggi l'organizzazione umanitaria Save the Children ha detto che circa 5.000 persone, in gran parte donne e bambini, sono fuggite dalla città negli ultimi giorni e, dopo aver attraversato il confine, si sono rifugiati in condizioni a dir poco precarie nel campo di Al Hol, nel nord-est della Siria.

Secondo l'Onu, comunque, si tratterebbe di una prima avanguardia di quell'esercito di centinaia di migliaia di civili che potrebbero fuggire dai combattimenti nelle prossime settimane. Il generale Rasul ha precisato che da quando è cominciata l'offensiva, lunedì, le milizie curde dei Peshmerga, che avanzano da est, hanno conquistato nove villaggi, mentre la 9/a Divisione dell'esercito, che procede da sud, ne ha ripresi 18 e circondato la città di Qaraqosh, 35 chilometri a sud-est di Mosul. E proprio quella per la riconquista di Qaraqosh, da cui decine di migliaia di cristiani furono costretti a fuggire nell'agosto del 2014, si preannuncia come una battaglia decisiva per l'avanzata delle truppe di Baghdad verso Mosul.

Ma la resistenza degli uomini del 'Califfatò è accanita.
Stamane due kamikaze alla guida di autobomba si sono fatti esplodere a ridosso delle linee dell'esercito. E nella stessa area, secondo la televisione curda Rudaw, ieri sera le forze governative sono state costrette a ritirarsi dal villaggio di Abbasiyah, che avevano conquistato, quando miliziani dell'Isis sono usciti da una rete di tunnel sotterranei e le hanno attaccate. Dall'interno di Mosul filtrano poche notizie, e tutte praticamente impossibili da verificare. Oggi Rudaw ha detto che l'Isis ha fatto esplodere due sedi istituzionali, che ospitavano gli uffici della provincia di Ninive, nel centro della città. 
Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 16:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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