"Made in Treviso": Benetton riporta
una parte della produzione in Italia

Martedì 18 Ottobre 2016
Marco Airoldi, ad di Benetton group
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PONZANO - Il gruppo Benetto riporta in Italia una piccola fetta di produzione. Lo ha fatto lanciando una nuova linea di maglioni "made in Treviso" con il marchio "Tv-31100" che sarà prodotta all'interno del complesso di Castrette di Villorba. «L'investimento è stato di circa due milioni di euro per le macchine a cui si aggiunge l'attività di ricerca e sviluppo», ha spiegato nel corso di una conferenza stampa l'ad di Benetton, Marco Airoldi. «Sono state coinvolte una cinquantina di persone che abbiamo riconvertito a questa attività», ha aggiunto. Riportare la produzione in Italia - «reshoring», in inglese - è stato possibile grazie alle nuove tecnologie messe a punto da Shima Seiki che realizza macchine per la lavorazione di capi completi senza operazioni di cucitura. In questo modo il lavoro manuale per la confezione del capo si riduce al minimo e quasi tutto è fatto dalla macchina rendendo competitivo produrre in Italia. «Per noi la marginalità è la stessa di un maglione tradizionale», ha sottolineato Airoldi. «Inoltre c'è il vantaggio di essere 'local for local'», ha aggiunto il presidente Francesco Gori mettendo in evidenza come sia più facile produrre vicino al mercato finale di sbocco con la possibilità di accorciare i tempi e di essere più veloci nell'adattarsi alle preferenze dei consumatori. La produzione della nuova linea di maglioni è partita a fine agosto e al momento prevede la possibilità di produrre 200mila maglioni l'anno. Ognuna delle 36 macchine in attività produce infatti un maglione l'ora, 24 ore su 24, 6 giorni a settimana.

«Questo progetto - ha sottolineato Airoldi - è qualcosa di più che lanciare una nuova linea di maglioni, è un progetto per creare un centro di competenza sulla maglieria che poi è l'attività da cui è partito il gruppo Benetton».
Il gruppo veneto ha già testato la nuova linea «Tv-31100» in sei negozi campione, tre in Italia e tre all'estero e i risultati sono stati positivi. «A metà novembre - ha proseguito Airoldi - i maglioni saranno in vendita in tutti i negozi italiani e un po' di quelli all'estero». Quanto alla possibilità di aumentare la produzione di maglioni in Italia, il manager è stato cauto, ma fiducioso. «Questo è l'innesco di qualche cosa che poi potrà generare lo spostamento di capacità produttiva».
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