Roma, diktat Grillo: «Ora Virginia se la cavi da sola»

Venerdì 9 Settembre 2016 di Stefania Piras
Raggi e Muraro

Fiducia incondizionata a Luigi Di Maio «che finora ha fatto da parafulmine e che si sta dimostrando un leader anche nella tempesta». Chi sperava che Grillo declassasse il rating del candidato premier in pectore si sbagliava. Il caso Roma, infatti, ha fatto riesplodere tutti i malumori tra i parlamentari pentastellati che si riflettono bene dentro il direttorio.

Se l'ala degli ortodossi aveva colto la palla al balzo per ridimensionare l'ascesa politica di Di Maio, per il momento Beppe Grillo ha congelato qualsiasi tipo di modifica organizzativa di cui invece si avvertiva la necessità proprio dopo gli inciampi romani. Ma la mossa è solo rinviata per non dare adito a strumentalizzazioni.
Su un punto non c'è dubbio: il comico genovese è tornato a giocare un ruolo dirimente nelle vicende politiche del Movimento 5 stelle. Ed è deciso a non dare ascolto a chi chiede una redistribuzione delle deleghe o ancora di allargare il direttorio a più parlamentari. «Tutti sognano un posto nel direttorio, ma significherebbe frammentare ancora di più il potere», osserva qualcuno «e i parlamentari diventerebbero dei ras locali come peraltro si comportano già».

La vicenda del mini direttorio insegna: Fabio Massimo Castaldo, Paola Taverna e Gianluca Perilli si sono sfilati perchè non hanno potuto incidere come e quanto volevano e perchè «le premesse e le condizioni iniziali sono venute meno ed è giusto che l'amministrazione proceda spedita esclusivamente sulle sue gambe». Fiducia incondizionata a Luigi Di Maio dunque «perchè finora ha fatto da parafulmine e si sta dimostrando un leader anche nella tempesta».

FERITO
A buttare acqua sul fuoco ci pensa anche il Nobel Dario Fo: «Mi pare che la situazione stia già rientrando, Grillo ha ripreso completamente in mano la situazione». E prova a tornare in sella anche lo stesso Di Maio disarcionato dai rancori interni e dal pasticcio della mail. La tregua armata firmata da Grillo dovrà durare fino almeno al giorno del referendum costituzionale ma dà già segnali di cedimento. Nella bacheca facebook di Roberto Fico è comparso un post al vetriolo: «C'e chi devia il percorso del M5S verso nuove comode mete e stringe dubbie amicizie».

A chi si riferiva? Sicuramente a chi intende aprire il Movimento a scelte non ortodosse. Intanto il vicepresidente della Camera ha in agenda altri viaggi istituzionali, a brevissimo quello negli Stati Uniti. Partirà? Sicuramente è deciso a lasciarsi alla spalle questa storia augurando, anche lui, buon lavoro a Virginia che ora dovrà cavarsela da sola, come ha messo in chiaro lo stesso Grillo. Lui torna in campo, ancora ferito, e lo fa sulla bacheca facebook dove ravvisa ostacoli su ostacoli, perché dice «in questi anni hanno cercato in tutti modi di frenare la nostra corsa per cambiare tutto». Infine l'augurio, l'insegnamento, il mea culpa. «La sfida che tutti noi attivisti ed eletti dobbiamo perseguire è quella di non accontentarci mai e pretendere, prima da noi stessi e poi dagli altri, sempre il meglio».

IL PRANZO-SUMMIT
Ieri i buoni intenti sono stati illustrati in un lungo pranzo all'hotel Forum in cui erano presenti con Beppe Grillo tutti i cinque del direttorio. Il comico ha anche concesso un'intervista alla tv ruSsa con l'esplicita clausola di non divulgarla in Italia. È tornato in campo a dettare la linea, commentano. Loro riuniti dentro mentre fuori la vita politica della Capitale era di nuovo in panne con le dimissioni prima del mini direttorio e poi del neo assessore al bilancio Raffaele De Dominicis su cui era piombato il niet di Grillo già l'altro ieri.

L'ex procuratore generale della Corte dei conti era finito nel mirino nel pout pourri di richieste di revoche (Muraro, De Dominicis, Marra e Romeo) che hanno caratterizzato la trattativa tra direttorio e Raggi.

Tutto questo nel giro di poche ore, mentre la base degli attivisti disorientata riempiva di commenti blog e social aggrappandosi alla vignetta del disegnatore satirico di riferimento per i Cinque Stelle: un'immagine con Giaroberto Casaleggio che dalle nuvole sbircia il mondo terreno e chiede di smetterla e di cominciae a lavorare per i romani. Un po' la sintesi che fara Grillo con i suoi: «Basta darsi martellate sui cog.... , ora barra dritta e pedalare».

Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA