Arrestato l'autista dell'Audi gialla,
la vettura che terrorizzò il Nordest

Mercoledì 7 Settembre 2016
Vasil Rama e la famigerata Audi gialla
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VENEZIA - È stato arrestato dai carabinieri di Venezia, al confine tra l'Albania e la Grecia, un albanese di 36 anni, Vasil Rama, ritenuto il presunto conducente dell'Audi gialla utilizzata da una banda di ladri per compiere razzie tra Veneto e Friuli Venezia Giulia nel gennaio scorso.
 

 
 
L'auto, rubata a Milano il 26 dicembre 2015, era sempre riuscita a fuggire agli inseguimenti delle forze dell'ordine procedendo a folle velocità. In un caso, i banditi erano riusciti ad allontanarsi procedendo contromano in autostrada e uscendo al casello di Spinea (Venezia) sfondando la barriera di chiusura.
L'uomo, nel quadro delle indagini coordinate dalla Procura di Venezia, è stato bloccato tramite il servizio di cooperazione internazionale del Ministero dell'Interno e con la collaborazione della polizia ellenica. 

 


La "caccia" all'Audi gialla si era conclusa il 25 gennaio scorso, quando a Onè di Fonte (Treviso) era stata trovata la carcassa bruciata della vettura, ma non si erano concluse le indagini per identificare i componenti della banda. Le indagini hanno così portato all'arresto di Vasil Rama, ritenuto il conducente dell'auto protagonista delle scorribande lungo  strade e autostrade del Nordest. Rama è attualmente in custodia in un carcere greco. 
 
 
 
«In gennaio, quando le scorribande dell'Audi gialla riempivano le cronache, gli alti gradi dell'Arma mi dissero: "vedrà che li prendiamo". Promessa mantenuta. Ai carabinieri va il mio riconoscente grazie. Hanno braccato questo delinquente fin oltre i confini nazionali, dimostrando ancora una volta che sfidare la legalità, con questi tutori dell'ordine, è rischiosissimo». Questo il commento del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. «Qualcosa mi dice - aggiunge Zaia - che anche la libertà dei complici di questo delinquente abbiano vita breve, ma questo arresto rende già così giustizia in una vicenda nella quale i soliti soloni ebbero il coraggio di criticare le indagini perché, come sempre, a parole è tutto facile». «Il difficile - conclude Zaia - l'hanno fatto loro, i carabinieri, mettendo a segno un arresto di grande significato: da queste parti i delinquenti hanno e avranno sempre vita durissima. E si pensi cosa potrebbero fare i nostri tutori dell' ordine se un giorno, oltre che sulla loro bravura, potranno contare anche su mezzi e uomini corrispondenti alla vastità della battaglia che combattono quotidianamente».
 
 

Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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