La famiglia rifiutò la chemio,
la procura apre un'inchiesta

Venerdì 2 Settembre 2016
Eleonora Bottaro
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PADOVA - La Procura di Padova  ha aperto un'inchiesta sul caso di Eleonora Bottaro, la 18enne stroncata dalla leucemia dopo aver rifiutato la chemioterapia.  L'indagine è affidata al procuratore aggiunto Valeria Sanzari. Per Lino Bottaro, padre di Eleonora, la scelta della figlia è stata consapevole e frutto di una sua valutazione personale, influenzata dal caso di una cara amica con la quale condivideva la classe.
Studentessa dell'istituto agrario, Eleonora era stata colpita dalla malattia all'inizio di quest'anno. I medici avevano consigliato cicli di chemioterapia, ma i genitori si erano rifiutati e avevano firmato le dimissioni dall'ospedale della figlia, all'epoca minorenne.
L'Usl aveva segnalato il caso al Tribunale dei minori, che aveva decretato la decadenza della patria potestà genitoriale, affidando la giovane alla tutela di un medico. La famiglia si era opposta anche alla decisione dei giudici, e, con il supporto di un avvocato, aveva proseguito sulla strada alternativa a base di cortisone e, nelle ultime settimane, di dosi di vitamina C. Trattamenti che non hanno evitato la morte della giovane. Eleonora nel marzo scorso aveva fatto giungere in tribunale una lettera a sua firma, rilevando che sulla base delle sue conoscenze «sono più i morti dopo la chemioterapia rispetto a quanti al giorno d'oggi sono ancora in vita». A sostegno della sua tesi, erano state raccolte dagli amici della famiglia Bottaro 200 firme portate in Tribunale per consentire alla giovane di curarsi come credeva. 
«I genitori hanno rispettato in ogni modo e forma la volontà di Eleonora. Volontà espressa ripetutamente davanti a me e al collega Roberto Mastallia, uno dei più grossi esperti di diritti sanitario d'Italia. Se la Procura dovesse decidere di aprire fascicoli sulla vicenda siamo pronti, ma non ne capirei la ragione sinceramente». Così Gian Mario Balduin, legale della famiglia Bottaro. «Si è trattata di una scelta libera e determinata - ha continuato - ne abbiamo discusso a lungo con i genitori e con Eleonora, che sempre si è dimostrata matura, molto più della sua età, serena e determinata. Aveva una volontà di vivere incredibile ma era estremamente determinata in questa sua scelta e niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea. I genitori, da parte loro, non hanno fatto altro che lottare per rispettare la sua volontà». «Non siamo davanti a scienza o antiscienza, non è un problema di medicina ma di diritti costituzionali previsti dall'articolo 32, ovvero che nessuno può essere sottoposto ad un trattamento sanitario contro la sua volontà se è capace di intendere e di volere». Così ha risposto a quanto dichiarato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin l'avvocato Roberto Mastallia, legale che ha seguito da vicino la vicenda di Eleonora, la 18enne padovana morta dopo aver deliberatamente rifiutato la chemioterapia. «Il fatto è semplice, al di là di qualsiasi giudizio o parere: nessuno può imporre qualcosa ad una persona libera» ha infine aggiunto.

 

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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