Ciclopista, asfalto e sentiero, spunta
l'ipotesi alternativa che non fa danni
Ma le posizioni paiono irrigidite

Giovedì 18 Agosto 2016
Il progetto "alternativo" proposto da Massarotto

BASSANO - (Cs) Sembra di assistere, fatte le dovute proporzioni, al vecchio dibattito sulla Pedemontana. Qualcuno per anni ha sostenuto che c'erano corridoi più liberi, meno impattanti, con meno abbattimenti, ma il tracciato prescelto all'inizio è stato poi confermato, con i problemi conseguenti su costi e problemi logistici. Ora assistiamo a una situazione simile per il breve tratto di ciclopista del Brenta lungo il sentiero frondoso in territorio di Pove, super amato dai passeggiatori. Salta fuori che la ciclopista passa di là, con asfaltature e ruspe lungo il fiume, e scoppia la polemica. Dopo anni di attesa e di allungamenti dei tempi, come solitamente accade in Italia, adesso c'è la fregola di concludere e di asfaltare proprio lì. Lo chiede il turismo e soprattutto lo chiede la figuraccia che da tempo si sta facendo con l'Europa perché dopo aver parlato a lungo di Venezia Monaco molti cicloturisti, arrivando magari dalla Germania, si sentono gabbati trovandosi a un certo punto scaricati sulle strade normali e pericolose.

Nel dibattito, che non è contro la ciclopista ma a favore di un "non stravolgimento" del sentiero, si sono inseriti vari contenuti. Tra i quali quello dell'architetto Pino Massarotto che ha segnalato la possibilità di una soluzione diversa e rispettosa dell'ormai mitico sentiero lungo il fiume praticato da migliaia di persone. Massarotto dice: ben venga la ciclopista, che «va asfaltata per motivi di sicurezza per i ciclisti ma non deve interferire con il percorso pedonale lungo il fiume». Ma il professionista sostiene che «esiste già un percorso perfetto per quel tratto di pista ciclabile ed è la fascia di rispetto di 4 /5 metri lungo il canale Barzizza, facilmente attrezzabile senza alcun impatto ambientale. Il progetto già lo prevede quando il percorso arriva ai confini del Comune di Bassano, poi basta proseguire lungo il canale fino al Tinello». Nella sua rielaborazione della mappa satellitare di Google, Massarotto segna in giallo il tratto di progetto e in rosso la prosecuzione proposta in variante.

L'ipotesi Massarotto: sembra l'uovo di Colombo


Non ci sono per ora "rimbalzi" ufficiali alla proposta. Si sa che il progetto originario è stato redatto e che qualcuno ha accusato di averlo presentato in riunioni non pubbliche. Sui social si è sviluppato anche un ampio dibattito e Renzo Masolo, consigliere di Bassano che si occupa di mobilità ed è un grande sostenitore delle ciclopiste, è arrivato un sì alla proposta originale perché «per ottenere i finanziamenti regionali era necessario che il comune avesse già previsto su una mappa, e non solo a parole, il passaggio della ciclo via. Per questo i due milioni di euro scarsi sono stati assegnati al comune di Pove, perché la sua amministrazione aveva già previsto che prima o poi di là sarebbe passata la pista ciclabile. La pista ciclabile deve passare in quel posto e non in altri pena la perdita del finanziamento». Masolo rigetta le accuse di danni a flora e fauna, o di perdita di naturalità del luogo, o di eccessivo impatto. Inoltre il progetto, aggiunge, permetterà l'accessibilità al luogo a tutti, persone con disabilità, mamme con i passeggini, anziani eccetera, mentre rigetta ipotesi di "invasione di ciclisti e poca sicurezza dei pedoni". 

Al che Massarotto ha ribadito la sua idea, accusando Masolo di «voler per forza con giustificazioni partigiane e illogiche appoggiare alcune scelte progettuali o politiche». E aggiunge definendo "una balla" la faccenda della perdita del finanziamento: «Le varianti, anche in corso d’opera, sono sempre state possibili e in questo caso sarebbe una variante richiesta da migliaia di cittadini… o non contano più nulla?» sostiene riferendosi alle firme della petizione che coninuano a crescere. Insomma una questione bollente, tra la Regione e le amministrazioni che hanno fretta di concludere e le posizioni di "difesa" del sentiero che puntano a farle ragionare per una soluzione più rispettosa del tratto di sentiero. Va anche detto che la soluzione alternativa non cambia la prospettiva del passaggio nel centro cooperativa sociale Conca d'oro che si prospetta come punto d'appoggio turistico per i pedalatori. Intanto il Comitato "Salviamo il sentiero", mentre fa crescere le migliaia di firme, ha realizzato un video che dice no all'asfalto...
 

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