Indagine Carife: perquisizioni
alla Banca Popolare di Cividale

Giovedì 14 Luglio 2016 di Paola Treppo
La sede della Banca Popolare di Cividale
5
FRIULI - A seguito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Ferrara sull’aumento di capitale realizzato dalla Cassa di Risparmio di Ferrara nel 2011 per 150 milioni di euro, l’autorità giudiziaria ha disposto la perquisizione dell’istituto, di una società controllata e di quattro altri istituti di credito partecipanti all’aumento di capitale. Le perquisizioni sono state eseguite da militari del Nucleo Pt di Ferrara con l’aiuto di unità specializzate in "computer forensics and data analisys" dei Nuclei Pt di Bari, Bologna, Brescia, Forlì e Udine. Le indagini, tuttora in corso, sono state avviate nel febbraio 2015 dal Procuratore della Repubblica di Ferrara, Bruno Cherchi. Le Fiamme Gialle ferraresi hanno acquisito un’imponente mole di documenti nell’istituto di credito estense, sulle ipotesi di reato di falso, aggiotaggio, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza; sono stati sentiti numerosi testimoni fra cui dirigenti e funzionari delle autorità di vigilanza.
 
La dichiarazione dello stato d’insolvenza di Carife da parte del Tribunale di Ferrara, in connessione alle evidenze delle indagine concernenti l’operazione di aumento di capitale, ha condotto gli inquirenti a rivalutare gli stessi fatti nell’ambito della disciplina fallimentare. In questo contesto, i fatti oggetto di contestazioni riguardano, fra l’altro, il disvelamento, in sede di indagine, dell’esistenza, seppur mediata, di una reciproca sottoscrizione di azioni tra Carife da un lato e gli istituti Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Cividale, Banca Popolare Valsabbina e Cassa di Risparmio di Cesena dall’altro; questi istituti di credito sono intervenuti nell’operazione di aumento di capitale di Carife per oltre 22.800.000 euro, col risultato che la reciproca sottoscrizione ha annullato, per il medesimo importo, l’incremento di capitale. La sottoscrizione reciproca di azioni si verifica quando una società sottoscrive o acquista azioni appartenenti ad un’altra società la quale è contemporaneamente socia della prima società. Nel caso in questione, a causa della sottoscrizione reciproca, la stessa somma, nella misura della reciprocità, ha concorso a formare il capitale sociale delle banche intervenute col risultato che al capitale così formato non è corrisposto un patrimonio effettivo.
 
Oltre al reato di aggiotaggio si configurerebbe anche integra anche quello di formazione fittizia di capitale, conducendo così all’incriminazione per bancarotta. Di conseguenza sono stati indagati i componenti pro-tempore del Cda e del collegio sindacale di Carife, di una società “veicolo” utilizzata da Carife nella reciproca sottoscrizione di capitale, oltre ai vertici pro-tempore degli istituti di credito partecipanti e a un dirigente di una società di revisione. A queste persone, 21 in tutto, in relazione alle diversificate condotte e responsabilità, sono state notificate specifiche informazioni di garanzia. Nel corso delle perquisizioni sono state notificate alle 6 persone giuridiche coinvolte avvisi inerenti la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato ex Legge 231/2001.
Ultimo aggiornamento: 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci