CUTTA' DEL VATICANO “La lotta contro la povertà non è soltanto un problema economico, ma anzitutto un problema morale”. Praticamente una questione etica specie davanti alla “grande crisi dei profughi”. Papa Bergoglio riceve la Fondazione Centesimus Annus e davanti ad economisti, imprenditori, banchieri torna a parlare di un dramma “le cui proporzioni stanno crescendo di giorno in giorno”. Poi ringraziando tutti coloro che si sono attivati davanti a questa “delicata questione umanitarie e sugli obblighi morali che esse comporta” ha incoraggiato a non smettere di pensare a soluzioni accettabili.
Ricordando il suo recente viaggio a Lesbo, avamposto europeo degli sbarchi di profughi diretti in Europa, Bergoglio ha insistito sul fatto che non basta fornire un “immediato e pratico aiuto materiale a questi nostri fratelli e sorelle”, visto che servono risposte politiche, sociali ed economiche di lungo periodo da parte della comunità internazionale. Progetti cioè capaci di andare oltre “i confini nazionali e continentali che coinvolgono l’intera famiglia umana”.
Francesco ha ripetuto che “una visione economica esclusivamente orientata al profitto e al benessere materiale è – come l’esperienza quotidianamente ci mostra – incapace di contribuire in modo positivo ad una globalizzazione che favorisca lo sviluppo integrale dei popoli nel mondo, una giusta distribuzione delle risorse, la garanzia di lavoro dignitoso e la crescita dell’iniziativa privata e delle imprese locali”.
Il modello economico “dell’esclusione e dell’inequità” ha aggiunto, ha portato ad un più grande numero di diseredati e di persone scartate come improduttive e inutili.” Gli effetti sono percepiti anche nelle società più sviluppate, nelle quali la crescita in percentuale della povertà e il decadimento sociale rappresentano una seria minaccia per le famiglie, per la classe media che si contrae e, in modo particolare, per i giovani”.
Papa Bergoglio: «Lottare contro la povertà è un problema morale»
Venerdì 13 Maggio 2016 di Franca GiansoldatiInfine, durante l’udienza, ha toccato anche il tema della disoccupazione giovanile. “Uno scandalo che non solo richiede di essere affrontato anzitutto in termini economici, ma che va affrontato anche, e non meno urgentemente, come una malattia sociale, dal momento che la nostra gioventù viene derubata della speranza e vengono sperperate le sue grandi risorse di energia, di creatività e di intuizione”.