La Corte dei conti: «Sprechi, manca
la volontà di tagliare nel pubblico»

Giovedì 3 Marzo 2016 di Gianluca Amadori
L'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti: al centro il procuratore Scarano
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VENEZIA - «Non vi è la reale volontà di affrontare il problema degli sprechi e della corruzione nella pubblica amministrazione, di garantire effettivi controlli sull’attività degli amministratori pubblici».
È dura la denuncia lanciata dal procuratore regionale della Corte dei conti, Carmine Scarano, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, celebrata ieri mattina a Venezia, alla Scuola di San Giovanni Evangelista. Il magistrato ha portato l’esempio eloquente dello scandalo Mose: le questioni che hanno causato la mala gestio dei lavori, costati centinaia di milioni di euro più del previsto, erano state segnalate dalla Corte dei conti fin dal 1997 (e poi nel 2009) a presidenza del Cosiglio e ai vari ministeri competenti, ma invano. Tutto è proseguito come nulla fosse, alimentando corruzione e favori a causa di mancanza di concorrenza, aggio eccessivo, subappalti. Oggi è cambiato ben poco: invece di rafforzare le strutture esistenti, invece di fornire uomini, mezzi e strumenti alla Corte dei conti, «si preferisce inventare ogni volta qualcosa di nuovo, che quasi mai funziona», denuncia Scarano. É il caso delle numerose "autorities", che hanno innescato «una burocratizzazione del sistema... La corruzione continua a venir fuori come l’eruzione dell’Ena... ma tutti continuano a predisporre lunghi ed elaborati piani triennali anticorruzione...» 
Per non parlare della tendenza ricorrente, dimostratasi fallimentare, di volersi affidarsi «all’uomo forte in grado di risolvere tutti i problemi irrisolti e ririsolvibili».
Il procuratore ha elencato i risultati ottenuti grazie all’impegno di magistrati, forze dell’ordine e personale di cancelleria, ricordando i principali fronti di contrasto a sprechi e malaffare, tra cui truffe nell’utilizzo di fondi per la formazione professionale e i progetti per l’agricoltura, nonché irregolarità nel settore della Sanità. Un capitolo è stato dedicato alla questione del project financing, ed in particolare ai due progetti veneti - Pedemontana e Progetto integrato Fusina - evidenziando il problema di tempi infiniti e lievitazione dei costi.
Breve, ma incisiva, la replica del presidente della Regione, Luca Zaia, il quale ha lamentato le difficoltà che gli amministratori hanno nel gestire i project in assenza di norme adeguate, e nel garantire i controlli, in mancanza di strutture sufficienti. Quanto alle consulenze esterne, spesso censurate dai giudici, ne ha rivendicato l’esigenza per poter gestire questioni sempre più complesse, con controparti private sempre più forti. Il Governatore ha avanzato la richiesta di poter usufruire di «consulenze preventive» da parte della Corte dei conti, per poter lavorare meglio. E, infine, ha denunciato la "moda" di presentare ricorsi alla Procura, chiedendo che vengano sanzionati quelli palesemente infondati.
Il presidente della Corte, Guido Carlino, ha elencato le varie riforme che interessano la giudizia contabile, lamentando il previsto accorciamento dei tempi di prescrizione e centrando l’attenzione in particolare sulla questione delle società a partecipazione pubblica e sulla necessità di sottoporre i loro amministratori (che gestiscono soldi pubblici) al controllo della Corte dei conti. Una recente legge sul servizio pubblico radiotelevisivo ha invece stabilito che per gli eventuali danni realizzati da amministratori Rai è possibile solo avviare cause di responsabilità in sede civile. Quanti agli organici, Carlino ha evidenziato come la Corte veneziana abbia lavorato per tutto il 2015 con soli 4 magistrati (oltre al presidente) a fronte degli otto previsti in organico.
Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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