Arruolava aspiranti terroristi per l'Isis
Macedone fermato a Mestre dai Ros

Venerdì 26 Febbraio 2016
Veapi Ajahn
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MESTRE - I carabinieri del Ros hanno fermato a Mestre, su disposizione della procura di Venezia, un cittadino macedone indagato per arruolamento con finalità di terrorismo, anche internazionale: l'uomo avrebbe reclutato aspiranti mujaheddin che un imam bosniaco avrebbe successivo radicalizzato, arruolato nell'Isis e avviato verso i teatri di guerra mediorientali. Si chiama Ajhan Veapi, ed è domiciliato ad Azzano Decimo (Pordenone), nella frazione di Tiezzo.

Secondo gli investigatori, l'uomo era in procinto di lasciare l'Italia per raggiungere la Serbia e, successivamente, la Germania.
Il provvedimento di fermo e perquisizione del macedone scaturisce da elementi raccolti nell'ambito dell'attività investigativa svolta dal Ros per il contrasto del radicalismo di matrice islamista. In particolare, il monitoraggio dello straniero fermato ha appunto consentito di verificare come questi fosse dedito alla selezione e al reclutamento, in Italia, di aspiranti terroristi, che venivano poi affidati all'imam bosniaco che si occupava del loro arruolamento tra le fila dell'Isis e del loro espatrio verso le aree di guerra. 

LA RETE DEI FOREIGN FIGHTERS

Le indagini dei carabinieri sul reclutamento jihadista di "foreign fighters" hanno avuto un impulso con la vicenda di Ismar Mesinovic, il bosniaco che risiedeva nel bellunese, ucciso in Siria nel gennaio 2014, ed hanno portato già a tre decreti di espulsione nei confronti di soggetti considerati pericolosi per le loro posizioni radicali. Lo scorso maggio, così, il Ros ha eseguito a Pordenone il decreto di espulsione a carico del macedone Arslan Osmanoski, nella cui abitazione era stato trovato materiale di stampo jihadista, accusato di avere un ruolo in questa filiera di reclutamento. Un altro provvedimento era destinato a un cittadino marocchino, Jaffar Anass, già residente nel bellunese e autore di commenti di Facebook inneggianti alla Jihad e agli attentatori di Charlie Hebdo, ma questi si sarebbe da tempo allontanato in Marocco. Un altro macedone, Redjep Lijmani, che viveva a San Zenone degli Ezzellini, nel trevigiano, è stato invece espulso all'inizio dell'anno perché accusato di essere inserito nello stesso giro di soggetti di origine balcanica accomunati da posizioni oltranziste di stampo wahabita. Nello scorso novembre il figlio di 8 anni aveva elogiato in classe i terroristi della strage di Parigi, inneggiando all'Isis ed all'uccisione del Papa. Parole che avevano spinto la dirigente scolastica a segnalare il fatto, con grande risalto dei media locali.

Ultimo aggiornamento: 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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