Trapianto di mandibola artificiale
riuscito: è la prima volta in Italia

Mercoledì 17 Febbraio 2016
foto d'archivio
PADOVA - Per la prima volta in Italia, a Padova, è stato ricostruito con un trapianto di mandibola atificiale, il volto di un paziente di mezza età di nazionalità italiana affetto da osteonecrosi.
Le ripetute infezioni compromettevano la capacità funzionale della mandibola, in aggiunta ai dolori. La Chirurgia Maxillo-Facciale dell'Azienda Ospedaliera/Università di Padova diretta dal professor Giuseppe Ferronato, ha eseguito con i ricercatori dottoressa Giorgia Saia e dottoressa Giordana Bettini coordinati dal dottor Alberto Bedogni - esperto nel trattamento delle patologie ossee radio e farmaco indotte, assieme ad un team di ingegneri, il delicato intervento portato a termine con successo. È stata così inserita al paziente in sole 4 ore una nuova mandibola artificiale in titanio di 26 grammi contenente i fori necessari affinchè muscoli e nervi vi si inserissero naturalmente.


La tecnica progettata e sviluppata dai ricercatori padovani in strettissimo rapporto con ingegneri e bio-ingegneri di un'azienda italiana, ha permesso la realizzazione di una protesi artificiale che ha riprodotto fedelmente le caratteristiche anatomiche della porzione mancante e deformata della mandibola del paziente. La realizzazione della protesi ha comportato l'elaborazione al computer delle immagini dello scheletro facciale del paziente grazie alla tomografia computerizzata. Le immagini realizzate hanno prodotto un modello virtuale 3D della mandibola.

L'Azienda Ospedaliera di Padova, conferma l'effettiva stabilità della mandibola innestata nel paziente alcuni mesi fa, e dichiara riuscito il trapianto di mandibola in titanio. Il paziente ora può masticare, parlare, respirare e deglutire normalmente e soprattutto non ha più dolori. È tornato ad una normalità di vita. Il costo medio di un impianto di questa tipologia è di circa euro 3.500 e prevede l'applicazione a basso impatto sugli individui, specie nei soggetti adulti. «Le nuove protesi progettate, conferma il prof. Giuseppe Ferronato - hanno dimostrato anche una buona resistenza al trattamento chemio-radioterapico e potrebbero essere utilizzate nella cura dei tumori maligni del cavo orale aprendo così la strada ai pazienti oncologici critici che non sopporterebbero altrimenti, interventi ricostruttivi complessi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci