Due milioni di click, ma poche firme
Plebiscito.eu escluso dalle Regionali

Lunedì 4 Maggio 2015 di Paolo Francesconi
Gianluca Busato
15
Oltre 2,2 milioni di voti (molto presunti veri) al referendum on line per l’Indipendenza del Veneto nel marzo 2014. Ma i click non sono firme, nè certificati elettorali: così plebiscito.eu, il movimento guidato dal trevigiano Gianluca Busato, si trova costretto solo un anno dopo il trionfo mediatico della consultazione, a rinunciare alla battaglia per la Regione dove avrebbe sicuramente fatto a spintoni con gli altri indipendentisti in primis, Alessio Morosin candidato presidente per Indipendenza veneto che invece le firme le ha raccolte e con gli altri raggruppamenti venetisti in gara al fianco di Luca Zaia o Flavio Tosi.



Si evince dal comunicato - non chiarissimo - datato 2 maggio pubblicato sul sito che Busato & c. non sono riusciti a tirar su le 12.000 firme necessarie per mancanza di tempo a disposizione perchè «la nuova legge elettorale regionale, che dà perentorietà di termini (un mese circa), le caste chiuse e l’arcaico, consolidato sistema di potere italico - dice Busato - hanno chiuso le maglie democratiche del regime per ostacolare il libero esercizio democratico di chi non vi è colluso o connivente».



L’altro colpo di scena di sabato ha riguardato la destra-destra. Qui Forza Nuova rinuncia al ricorso contro l’esclusione dalla corsa sancita dalla Corte d’Appello di Venezia nei confronti della candidatura di Sebastiano Sartori a governatore e delle cinque liste provinciali a Treviso, Padova, Venezia, Verona e Vicenza. In particolare a Venezia e Treviso sono state invalidate centinaia di firme. «È incredibile - commenta Davide Visentin, coordinatore veneto di Forza Nuova - Sono state annullate oltre 800 firme per via di certificati mancanti, spesso di persone che avevano firmato ben conosciute agli stessi militanti, in quanto erano stati negati dagli uffici elettorali dei Comuni, che in questa operazione si sono mostrati approssimativi e superficiali, e per errori di scrittura al momento della raccolta firme, che non ci è stata in nessun modo agevolata, vedi Venezia, Mestre e Feltre». Forza Nuova parla di «campagne di boicottaggio messe in atto da organi istituzionali» mentre «da parte nostra la raccolta firme si è svolta nella massima regolarità possibile tanto che abbiamo rinunciato a presentare le liste a Rovigo e Belluno per mancanza di sottoscrizioni». In aggiunta, bocciata ieri sera la candidatura a sindaco di Venezia di Roberto Fiore: FN, dunque, estromessa pure in Laguna, ma contro questo verdetto Visentin ha deciso che farà ricorso.



Il giorno dopo, infine, fa ancora discutere l’esclusione del consigliere regionale veneziano Moreno Teso, passato da Forza Italia alla lista Tosi: un "no" emerso sul filo di lana, dopo che la presenza di Teso era stata annunciata dall’ex segretario della Liga veneta addirittura in conferenza stampa, davanti a decine di persone. Sarebbero stati i veti dell’assessore veneto uscente Daniele Stival - in quanto Teso pesca nello stesso bacino elettorale, quello del Veneto orientale - e dell’altro consigliere Francesco Piccolo a convincere Flavio Tosi a fermare l’ex forzista. Teso è, comprensibilmente, molto deluso. «Le persone sapranno giudicare comportamenti e coerenza - commenta amaro - Cosa farò adesso? Mi lecco le ferite, sto pagando un prezzo molto alto, mi sento come un sacco vuoto. Una cosa è certa: non sono un vù cumpra, nè io nè i miei. Non ho scheletri nell’armadio. Ho sempre fatto politica a viso aperto. E non ho accettato certi ragionamenti o cose strane che mi sono stati fatti dopo l’esclusione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA