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di Alvise Sperandio
MESTRE - La firma è la stessa della seconda volta, “fra.Tino”, così come sono gli stessi i riferimenti all’omosessualità e le accuse infamanti di pedofilia rivolte contro alcuni sacerdoti diocesani, che però stavolta non vengono nominati. Per la terza volta – i primi erano firmati “La verità vi rende liberi” -, tre mesi dopo ritornano i volantini anonimi contro il Patriarcato e si riaccende la tensione sulla Curia e il “corvo” che vi si agiterebbe dentro. Per colpire di nuovo l’ignoto autore ha aspettato la Settimana Santa, i giorni più importanti dell’anno per i cristiani. Ma se a fine gennaio i volantini erano comparsi a Venezia appesi sulle pareti della chiesa di San Zulian – quella del polverone don D’Antiga, per intendersi – e dintorni, stavolta chi si cela dietro lo pseudonimo ha scelto di spedire la lettera direttamente nella casella postale di alcuni parroci di Mestre e forse anche del centro storico e di altre zone della diocesi.