L'ultima sfida di superman Callegari: l'assalto ai ghiacciai del Polo

Venerdì 10 Agosto 2018 di Clelia Delponte
Danilo callegari l'uomo che sfida i ghiacciai del polo
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PORDENONE  - Ha  trovato il suo paradiso in valle di Fiemme, dove si allena quotidianamente in vista della prossima avventura la Antarctica Extreme al via in autunno, Danilo Callegari, di professione avventuriero estremo e superman, ma a ispirare il suo percorso di vita è stato il Piancavallo. Ora è pronto a sfidare le montagne e i ghiacciai del Polo  “Abitavo a Bannia – racconta – e dalla mia finestra vedevo il Piancavallo e Cima Manera. Spontaneamente mi è nato dentro il desiderio di vedere cosa c’era oltre. A 14 anni ho portato a termine la mia prima avventura: salire sul monte Coglians, la vetta più alta del Friuli-Venezia Giulia. Però partendo da casa, con i miei mezzi. Dunque una mattina alle 4 e mezzo salutai i miei genitori e partii con tenda e sacco a pelo. Ci misi 3 giorni e raggiunsi la cima sotto il diluvio. Dall’euforia tornai casa in un giorno solo. Ricordo ancora la Cimpello Sequals percorsa sotto la pioggia battente”.
Quali furono le imprese successive?
“A 16 anni percorsi il Tagliamento a piedi dalla sorgente alle foce, a 18 anni feci la stessa cosa seguendo l’Adige. Alla fine del liceo mi sono avvicinato all’alpinismo e ho capito che quello che mi affascinava di più era l’alta quota”.
LE AVVENTURE
Da allora ha realizzato numerose avventure estreme che l’hanno portata in Asia, in Africa, in America latina, attraversando deserti e ghiacciai, scalando montagne, sfidando l’acqua a nuoto e in kayak, correndo a piedi e in bicicletta.
Cosa è cambiato?
“In realtà niente, continuo a fare ciò che mi piace. Posso dire di aver realizzato entrambi i miei sogni: diventare un avventuriero estremo ed entrare nelle forze speciali. Sono stato paracadutista per 4 anni nella Brigata Livorno”.
E la paura?
“La paura è l’emozione più bella, perché ti rende vigile e attento. Tutti abbiamo paura e se gestita bene ti salva la vita, l’importante è non perderne il controllo e andare in panico”
Cosa fa nei momenti di maggiore difficoltà?
“Mi rilasso e aumento la concentrazione per prendere il controllo totale del mio corpo e della mente. La consapevolezza mi porta a sentirmi felice perché mi trovo lì perché l’ho scelto io e a tirare fuori quello che serve per superare la situazione”.
Come ha risolto un momento critico?
“Nel 2011 in Cile ho rischiato la disidratazione. Ero in bicicletta impantanato nella sabbia e avevo finito l’acqua. Mancavano ancora un po’ di giorni per raggiungere l’oceano. Facevo persino fatica deglutire la saliva. Ho bevuto la mia urina per recuperare gli unici liquidi che avevo a disposizione e sono andato avanti concentrandomi solo sul movimento, ridicendo il pensiero al minimo, a un braccio, al respiro… Credo molto nella forza della mente. Passando dal caldo al freddo altro momento critico fu in Argentina nel 2012. Rimasi per 20 ore sopra i 6mila metri a -30 per salvare un alpinista inglese che si sentiva male a causa della mancanza di ossigeno. Quando mi sedevo mi davo delle sberle per tenermi sveglio, perché addormentarsi avrebbe voluto dire morire assiderato. Ho perso un pezzo di alluce che era andato in necrosi, ma sono qui e vado avanti”.
C’è un momento in cui ha pensato di non farcela?
Nel 2016 scendendo da un 8mila nell’Himalaya. Non cera visibilità, la neve aveva coperto tutte le tracce, ero sfinito con uno zaino molto pesante. Chiamai un mio amico al telefono e lascia due messaggi molto lucidi. Ma ero sereno. Grazie alla concentrazione ho trovato energie che non credevo di avere”.
Con questo tipo di attività, immaginiamo che non sia facile avere una relazione affettiva ...
“In pratica non ho vita privata, sono invaso e pervaso da questa attività. Non sento questo tipo di necessità, anche perché sono uno spirito libero. Non solo sono un atleta e devo allenarmi tutti i giorni, ma sono anche imprenditore di me stesso.
La sponsorizzazione della Val di Fiemme è innovativa ...
“Da gennaio abito a Cavalese e l’Azienda per il turismo mi fornisce l’alloggio e l’accesso a tutti gli impianti sportivi. In val di Fiemme svolgo il 90% del mio allenamento. Ho conosciuto una realtà che vuole investire nei giovani e nello sport, per realizzare qualcosa di grande. In cambio io comunico sui social con video e foto la bellezza di qeusti posti».
I suoi viaggi sono sempre in solitaria, ma avrà fatto degli incontri. Quali le sono rimasti nel cuore?
“In Africa, correndo, ho avuto diversi incontri ravvicinati con zebre, giraffe, elefanti. Mi sono sentito totalmente immerso nell’ambiente naturale, ho percepito una grande forza ed energia. E poi ci sono i bambini. Bambini in gravissime difficoltà, tra povertà, abusi e indigenza, con pochissime aspettative di vita. Eppure sempre sorridenti. Da loro ho imparato tantissimo. Ho fondato “Danilo for Children”, un’associazione senza scopo di lucro, attraverso la quale voglio poter portare personalmente un aiuto concreto ai bambini rimasti orfani o usciti da situazioni familiari difficili o da violenze.
Clelia Delponte
Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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