Grandi opere, l'analisi dei costi e dei benefici è solo uno stratagemma per prendere tempo, in realtà sappiamo già tutto

Domenica 13 Gennaio 2019
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Caro direttore,
 è davvero sensazionale quello che accade alla valutazione delle grandi opere, della TAV in particolare. Si legge che la commissione incaricata a valutare costi e benefici è composta da soggetti orientati in massima parte per il no-tav. In primis il presidente Mario Conti. Non ci vuole tanto per comprendere che ogni valutazione, non solo quella scolastica, è soggettiva, anche se necessaria. Valutare significa prendere in considerazione degli indicatori, dei particolari aspetti, e su questi esprimere un giudizio. Se per i costi delle grandi opere si può applicare un metodo matematico, considerare i prezzi ed arrivare ad un risultato attendibile, per i benefici è tutto diverso. Si è obbligati a fare delle previsioni, dove le aspettative e la stessa collocazione politica giocano un ruolo determinante. Nemmeno l'economista, o esperto, più agguerrito, è in grado di fare delle previsioni. Solo il vicepresidente Di Maio fa eccezione con il prossimo boom economico annunciato in questi giorni. Quale attendibilità assegnare alla commissione TAV è veramente un'impresa improba, come il gioco alla lotteria. Al contrario si tratta di essere fedeli, a tutti i costi, alle promesse elettorali.

Luigi Floriani
Conegliano


Caro lettore, l'analisi costi-benefici delle opere pubbliche è uno stratagemma inserito nel contratto di governo per prendere tempo e garantire una via d'uscita a chi in campagna elettorale aveva raccolto voti dichiarandosi contrario a tutte o quasi le grandi infrastrutture in costruzione in Italia: dalla Tap alla Tav, dalla Pedemontana al Brennero.
In realtà quali siano i costi e i benefici di ciascuna di queste opere lo sappiamo benissimo, anche perché la loro progettazione è stata preceduta da studi e analisi di ogni tipo. Che hanno ovviamente valutato aspetti economici, ambientali, strutturali nonché possibili alternative. Si tratta di decidere se realizzarle e completarle o meno. E questo compete alla politica che deve assumersi le proprie responsabilità. Delegare a dei tecnici indipendenti le scelte è un debole artificio. Anche perché spesso questi tecnici sono tutto fuorché indipendenti. Come abbiamo raccontato sul Gazzettino ieri la Commissione a cui compete la valutazione sui costi e benefici delle grandi opere è guidata dal professor Marco Ponti, un tecnico da sempre contrario alla Tav e come lui lo sono 5 degli altri membri della commissione che è composta in totale da 7 persone. Si poteva pensare che questi esperti esprimessero parere favorevole alla Torino-Lione?

 
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