Fabrizio Corona resta in carcere. I giudici: «Adeguato che sconti altri cinque mesi»

Venerdì 19 Aprile 2019
Fabrizio Corona resta in carcere. I giudici: «Adeguato che sconti altri cinque mesi»
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Scontare la pena in carcere, al momento, è la «soluzione non solo necessitata, ma anche adeguata» al «livello di consapevolezza» di Fabrizio Corona, perché un altro programma di cure all'esterno sarebbe «inadeguato», date le sue continue violazioni delle regole negli ultimi mesi. Con queste motivazioni il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha deciso di revocare l'affidamento terapeutico per curarsi dalla dipendenza dalla cocaina concesso all'ex agente fotografico nel febbraio dello scorso anno e poi sospeso a fine marzo scorso. 

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L'ex 're dei paparazzì, tra l'altro, non solo deve restare a San Vittore ma dovrà scontare nuovamente anche gli ultimi quasi cinque mesi passati in affidamento, in sostanza annullati dai giudici. E ora Corona, come ha spiegato il suo legale Ivano Chiesa, che è andato a trovarlo dopo la brutta notizia, è «abbattuto, amareggiato», perché «non se l'aspettava», e anche «pieno di preoccupazioni per suo figlio e per il suo lavoro». I giudici (presidente Emanuela Gorra, relatore Benedetta Rossi) hanno stabilito la revoca dell'affidamento accogliendo la richiesta dell'Avvocato generale Nunzia Gatto, anche se l'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) aveva dato l'ok alla proposta della difesa di Corona di rimodulare, con un inasprimento rispetto al passato, un programma terapeutico fuori dal carcere. 
 


Il collegio, però, ha evidenziato un «peggioramento» costante del comportamento dell'ex agente fotografico proprio dal 26 novembre in poi, ossia dal giorno in cui la Sorveglianza aveva reso definitivo l'affidamento. E per questo ha annullato gli ultimi 4 mesi e 20 giorni circa prima del ritorno dietro le sbarre di Corona (per la terza volta negli ultimi anni), un periodo che dovrà scontare di nuovo. Tra l'altro, la Procura generale ha fatto ricorso anche per chiedere la revoca dell'altro periodo, da febbraio 2018 a novembre, passato da Corona in affidamento (udienza in Cassazione a maggio). Nelle nove pagine del provvedimento i giudici citano ancora il cosiddetto 'caso Foglì, ossia l'attacco di Corona all'ex componente dei Pooh durante la trasmissione !L'isola dei famosi", già stigmatizzato dal giudice Simone Luerti che il 25 marzo aveva sospeso l'affidamento. In più, ricordano anche l'intervista di Corona a 'Non è l'arenà di Massimo Giletti in cui, in sostanza, l'ex 'fotografo dei vip' ammetteva di violare consapevolmente le prescrizioni.

«Lui non è un attore, non è un uomo di cultura, a lui la tv serve solo a fare risse», ha detto l'Avvocato generale Gatto nell'udienza di tre giorni fa, parlando anche del «suo delirio di onnipotenza». Il magistrato ha depositato anche un'altra intervista nella quale Corona, dopo che l'Agenzia del demanio ha disposto lo 'sfrattò per lui dalla casa confiscata, diceva che se ne sarebbe fregato. Per i giudici, infine, il carcere è una soluzione compatibile anche con un programma terapeutico per il suo disturbo narcisistico della personalità. «Sono certo e fiducioso - ha detto, dal canto suo, l'avvocato Chiesa - che non starà in carcere per altri tre anni e mezzo (il suo fine pena è previsto per l'autunno 2022), ma lo rivedremo presto in affidamento».

Ultimo aggiornamento: 17:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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