Vola lo spread della spesa:
+11% degli altri Stati della Ue

Domenica 23 Giugno 2013
Carrello della spesa al più 11% rispetto all'Europa (Foto Lapresse)
ROMA – La spesa in Italia la pi cara d'Europa: il rincaro rispetto al resto delle nazioni europee tocca anche punte del 26%. quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Eurostat relativi al 2012.






Il sovrapprezzo dei prodotti alimentari, che rende particolarmente gravoso per gli italiani il carrello della spesa, è, rispetto al resto d’Europa, del 26% per latte, formaggi e uova, ma più cari sono anche i prezzi della carne (più 15%), del pane e degli altri cereali (più 14%).



I prodottti meno cari. Ironia della sorte, gli unici prodotti che in Italia sono leggermente più convenienti rispetto ai partner europei sono quelli dannosi per la salute: i tabacchi (meno 1%) e le bevande alcoliche (meno 2%).



Agli antipodi. Ma c’è anche chi supera il caro prezzi italiano: la Danimarca con un più 43% rispetto alla media europea. Mentre, dove fare la spesa costa di meno è in Polonia con un meno 39% rispetto all’Ue.

Il glob trotter del carrello - dice Coldiretti - dovrebbe risparmiare in Europa comperando le sigarette in Ungheria (costano il 48% in meno rispetto alla media Ue), gli alcolici in Bulgaria (meno 33%) dove più conveniente sono anche il pane e gli altri cereali (meno 43%), mentre la carne si paga il 45%in meno in Polonia dove anche latte, formaggi e uova hanno i prezzi più bassi (meno 37%).



I perchè spiegati da Coldiretti. Spiega Coldiretti: "Una situazione che riflette numerosi fattori che vanno dalla situazione economica generale dei Paesi alle abitudini a tavola ma che dipende anche dalle caratteristiche del sistema agroalimentare delle diverse realtà. L'Italia è costretta ad importare oltre il 25% del proprio fabbisogno alimentare, ma la percentuale sale al 40% per latte e carne, per colpa d un modello di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che è aumentata la dipendenza degli italiani all'estero per l'approvvigionamento alimentare con la produzione nazionale che nel 2012 è stata in grado di garantire appena il 75 per cento del fabbisogno alimentare degli italiani, senza contare che ora oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8 per cento dell'intero territorio nazionale. La ragione del differenziale più elevato per i prezzi dei prodotti alimentari va ricercata in Italia anche nelle distorsioni presenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola considerato che i prezzi alla produzione agricola per alcuni prodotti come i cereali sono spesso determinati a livello comunitario se non addirittura internazionale. Per ridurre le intermediazioni e assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità si sta però affermando a livello nazionale un modello di distribuzione alternativo fondato sulla vendita diretta dei produttori agricoli attraverso le fattorie, le botteghe d i mercati degli agricoltori di campagna amica dove hanno fatto la spesa nell'ultimo anno ventuno milioni gli italiani per acquistare prodotti a chilometri zero prodotti del territorio".












Ultimo aggiornamento: 17:09