Vicenza. Donna suicida, la polizia va a
casa per avvertire il marito: l'aveva ucciso

Sabato 12 Febbraio 2011
(archivio)
VICENZA - Si esaurisce in un'ora il dramma dell'omicidio-suicidio compiuto oggi da una dottoressa dell'ospedale di Schio, ginecologa, che ha ucciso con un colpo di pistola al cuore il marito invalido per poi togliersi a sua volta la vita, gettandosi dal settimo piano della struttura ospedaliera nella quale lavorava.



Isabella Ferraro, medico del territorio per il Consultorio familiare dell'ospedale scledense, prossima alla pensione, torna a casa per la pausa pranzo. Vi trova il marito, Giulio Pietro Canova, ingegnere, di qualche anno più anziano di lei, già direttore della Casa di riposo di Schio tra il 2001 e il 2006, costretto su una carrozzella da un ictus.



Durante la settimana l'uomo soggiorna in una clinica per la riabilitazione, ma, nonostante le cure, non riconosce più le persone. Nella casa di Schio, in via Aspromonte, torna solo nei weekend. Fino al rientro della moglie gli fanno compagnia alcuni parenti, che se ne vanno al'arrivo di questa. Quasi subito, secondo la ricostruzione dei carabinieri, la dottoressa Ferraro prende la propria pistola calibro 6.35, che le è stata regolarmente intestata. Avvicina la canna al torace del marito ed esplode un colpo al cuore, a bruciapelo. La morte è istantanea. Poi esce.



Raggiunge l'ospedale, sale al settimo piano della struttura ospedaliera. Dalla terrazza del medesimo piano nel maggio dello scorso anno si è gettata una giovane, madre di due figli, psicologicamente sofferente. Abitava in un paese vicino: un suicidio che ha grandemente impressionato la popolazione. Gli investigatori vagliano un possibile legame tra quel suicidio e l'attività di consultorio della ginecologa, ma non risulta sua paziente. La terrazza è stata transennata, spiega l'ufficio stampa dell'ospedale di Schio, per impedire il ripetersi di atti autolesionistici. Ma la dottoressa Ferraro sale su una sedia, rompe il vetro e si lascia cadere nel vuoto dalla stessa altezza.



La direzione sanitaria era al corrente del fatto che la dottoressa, ginecologa affermata, stimata da colleghi e pazienti, aveva problemi familiari. Per alcuni era depressa, per altri stressata. In precedenza, con entrambi, marito e moglie, il sindaco di Schio Luigi Dalla Via aveva condiviso un percorso politico nella Lista Civica "Per Schio". Poi, dice, si erano allontanati dalla politica. I carabinieri accorsi per il suicidio dopo i primi accertamenti si dirigono alla casa della dottoressa per avvertire i familiari: scoprono così il cadavere del marito. Accanto al corpo del coniuge la ginecologa ha lasciato una lettera, ora in mano agli inquirenti, dove spiega il proprio stato di disagio. Ha pensato a tutto, dà anche disposizioni per i funerali propri e del marito.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 10:29