Verona. Class action contro Gardaland:
«Discrimina chi ha sindrome di Down»

Lunedì 11 Ottobre 2010 di Luca Monaco
Verona. Class action contro Gardaland: «Discrimina chi ha sindrome di Down»
VERONA (11 ottobre) - Mamma andiamo via, non fa niente…. Cos a Lucrezia, dieci anni, stato vietato di salire su un’attrazione del parco di Gardaland (Verona) solo perch affetta dalla sindrome di Down. Eravamo in fila all’ingresso della Magic house, la casetta con il pavimento che si muove – racconta la madre, Cristina Cantoni –. Mio marito era entrato un attimo prima con gli altri figli, quando l’inserviente ci ha fermate: «Sua figlia non può entrare. Se non andate via l’attrazione verrà bloccata».



Quello di Lucrezia non è certo il primo caso a Gardaland. «Abbiamo le testimonianze altri cento persone affette dalla sindrome di Down e allontanate senza ragione dalle giostre», assicura Sergio Silvestre, coordinatore nazionale di CoorDown (Coordinamento nazionale delle associazioni di persone con sindrome di Down), che ora annuncia una class action contro il parco divertimenti. E sempre sull’argomento, il 29 settembre scorso, l’onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni (Radicale del Pd) ha presentato alla Camera una mozione firmata da 70 colleghi, nella quale si impegna il governo ad adoperarsi affinché cessino le discriminazioni nel parco di Gardaland.



Lucrezia e la Magic house vietata. Non erano ancora scoccate le 12, il 29 dicembre scorso. Cristina Cantoni, un’impiegata romana di 37 anni e la figlia stanno per salire sull’ascensore che porta all’ingresso seminterrato della Magic house, la casetta con il pavimento che trema, quando l’inserviente prova ad intimare il primo divieto. «Suo figlia non può entrare». «Le porte dell’ascensore si erano appena chiuse con mio marito e i nostri quattro figli a bordo – racconta Cristina - Ho provato a spiegare che eravamo appena stati sulle montagne russe senza alcun problema, ma l’inserviente non ha voluto sentire ragioni. Così - continua Cristina - quando ho raggiunto il resto della famiglia al piano inferiore, una stanzetta angusta da cui si accedeva all’attrazione, è arrivata la responsabile: “O andate via, o blocchiamo l’attrazione” ha detto, mentre altre 20 persone assistevano alla scena attendendo solo di poter salire sulla giostra. A quel punto mia figlia è stata più saggia di me, e ha stroncato sul nascere ogni possibile discussione: “Lascia perdere mamma, andiamo via. Non fa niente».



Cristina Cantoni, dopo l’accaduto, non ha mai pensato di raccontare l’ episodio alla stampa, «eppure - spiega – ogni volta che scoppiava un nuovo caso rivivevo in me quei brutti momenti. Così ho colto l’occasione della giornata nazionale di Coordown, che si è svolta proprio domenica in oltre 100 piazze italiane, per denunciare la vicenda».



Class action contro Gardaland. Il regolamento di Gardaland impedisce l’accesso a tutta una serie di giochi a persone con cardiopatie e disabilità motorie, e questo per evidenti ragioni di sicurezza, sopratutto per ciò che concerne i cosiddetti giochi adrenalinici, come le montagne russe ad esempio. Ma in maniera del tutto generica stabilisce il divieto di accesso anche alle persone con «disabilità intellettive e relazioni». «Con il risultato inaccettabile e discriminatorio - spiega Sergio Silvestre, coordinatore nazionale di CoorDown - che anche se sei un campione sportivo vieni individuato e bloccato esclusivamente per via dei tratti somatici dovuti alla sindrome di Down. Gardaland è l’unico parco divertimenti in Italia ad adottare un tale comportamenti - precisa Silvestre - Negli altri parchi divertimento si dialoga con le famiglie, che decidono insieme agli addetti l’opportunità o meno di far salire i propri figli su determinati giochi». Per questo CoorDown ha incaricato i propri legali di intentare una causa contro Gardaland. «Perché non è possibile che su di una giostra adatta a un bambino di 4 anni, non possa salire un ragazzo Down di 20! - esclama Silvestre - Un tale comportamento, questo, che viola non solo l’art. 3 della Costituzione, ma anche la legge 67 del 2006». Quest’ultima stabilisce infatti che «Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga. Non solo, in Italia c’è anche la legge 104 del 1992 che prevede sanzioni per coloro che discriminano le persone con handicap nei pubblici esercizi. «Bloccheremo l’azione legale - conclude Silvestre - solo qualora il parco decidesse davvero di trovare un accordo insieme. Cosa che per ora hanno sempre rifiutato».



La mozione. «È assurdo e inaccettabile che nel 2010 le persone vengano discriminate a causa dei propri tratti somatici. Ciò che accade da tempo a Gardaland consiste in una negazione sistematica di diritti sanciti da diverse leggi italiane oltre che dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità - afferma l’onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni ( Pd), segretario della commissione Affari sociali della Camera - Per questo il 29 settembre scorso ho presentato una mozione per coinvolgere l’aula della Camera e chiedere un intervento diretto al Governo, che finora non ha mai risposto alle varie interrogazioni sull’argomento. Mai una risposta dai ministri della Salute e delle Politiche giovanili. Quello che chiediamo è semplicemente l’applicazione delle leggi esistenti, affinché a Gardaland cessi il divieto di divertimento attualmente in atto contro le persone affette dalla sindrome di Down».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA