Università, la Camera approva la riforma
Proteste, blocchi e scontri in tutta Italia

Martedì 30 Novembre 2010 di Antonio De Florio
Gli incidenti in via del Corso (foto Massimo Percossi - Ansa)
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ROMA (30 novembre) - L'Aula della Camera ha approvato il ddl sulla riforma dell'Universit con 307 voti a favore, 252 contrari, sette astenuti. Il testo ora torna al Senato. Al momento del voto i banchi del governo erano pieni di ministri e sottosegretari. Il tutto al termine di una giornata di tensioni, proteste, cortei e scontri in tutta Italia.

Berlusconi: dalla riforma colpo mortale a Parentopoli. «L'approvazione della riforma dell'Università è un altro obiettivo raggiunto dal governo del fare - ha commentato il premier Silvio Berlusconi - E' la dimostrazione che l'esecutivo prosegue nella sua azione riformatrice, mantenendo gli impegni presi con gli italiani. Con la riforma si dà un colpo mortale a parentopoli. Non potranno infatti partecipare ai concorsi i parenti fino al quarto grado. I rettori non saranno più a vita, ma solo per sei anni. Le Università saranno costrette a non sprecare più le risorse pubbliche».

Franceschini: governo arrogante, riforma fatta di alibi e slogan. «Non avrete tempo per far diventare legge questa riforma, fatta solo di alibi e slogan, e l'arroganza che usate per approvarla è l'ultimo atto di debolezza di una maggioranza senza muscoli che a tempo scaduto prova a imporla - ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, nella dichiarazione di voto sul ddl Gelmini - Berlusconi oggi - ha affermato Franceschini - con l'arroganza di chi gli sta crollando tutto addosso ha detto ai giovani che protestano di andare a studiare. Gli studenti protestano proprio per questo, perché vogliono studiare. E' un alibi parlare di lotta contro i baroni, è un alibi parlare di merito e proclamare l'autonomia come valore per poi approvare una legge che è un commissariamento. Ma soprattutto il ddl è un elenco di tagli perché questo governo taglia dove tutto il mondo decide di investire con il disegno di fare l'università pubblica a basso costo e le università private come poli di eccellenza per chi ha i soldi».

Gelmini: se la maggioranza vuole, legge prima del 14 dicembre. «Se vi sarà la volontà politica da parte della maggioranza, ci sono i tempi per approvare la riforma dell'Università prima del 14 dicembre» ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, uscendo dall'aula di Montecitorio.

Proteste e cortei in tutta Italia. Sotto la pioggia, sui tetti, sotto la neve, sui binari, ai caselli autostradali, alle stazioni ferroviarie, per le vie del centro, sui monumenti, la protesta degli studenti e dei ricercatori è esplosa in tutta Italia con epicentro a Montecitorio, dove oggi il governo è andato sotto due volte. La prima su un emendamento di Futuro e libertà all'articolo 19 della riforma dell'Università, che regola gli assegni di ricerca. Il testo, su cui c'era il parere contrario di governo, commissione e commissione Bilancio, è stato approvato con 277 sì e 257 no. La seconda volta l'Assemblea di Montecitorio ha approvato tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd riferiti all'articolo 25. Con l'approvazione degli emendamenti è stata eliminata la norma che prevedeva una sorta di «commissariamento» per il ministero dell'Istruzione da parte del ministero dell'Economia nel caso in cui si fossero verificati o fossero in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di spesa.

Le città universitarie di tutta Italia sono state attraversate dal vento della protesta (duecentomila studenti in più di cento centri, secondo la rete): a Genova ci sono stati momenti di tensione, con brevi scontri con agenti e carabinieri davanti alla prefettura; a Venezia i precari hanno manifestato sul Canal Grande, oltre ad occupare la stazione di Mestre; a Bologna è stata bloccata l'autostrada A14 ai caselli così come la Salerno-Reggio Calabria a Cosenza; a Napoli c'è stato un lancio di sacchetti di rifiuti anche contro sede regione Campania; Palermo è stata paralizzata, con gli studenti che si sono recati anche verso l'autostrada; a Milano i manifestanti hanno fatto una breve occupazione per stazione Cadorna, così a Pisa(in cinquemila si sono spostati sull'autostrada) e Padova.

L'esame degli ultimi emendamenti della riforma dell'Università si è concluso alla Camera, mentre in tutta Italia è andata avanti la protesta di studenti, precari e ricercatori contro il provvedimento del ministro Gelmini: il centro di Roma ha vissuto ore d'inferno paralizzato dai cortei (con il tentativo di ribaltare i blindati della polizia e carica in via del Corso), a Genova, Bologna e Brescia ci sono stati alcuni momenti di tensione con scontri tra manifestanti e polizia, accompagnati da lanci di uova, mentre la protesta dei «tetti» si è allargata anche alle piazze e a 18 stazioni ferroviarie (tra cui Roma Milano, Venezia, Padova, Pisa, Mantova, Bari e Perugia) con repentini blitz di ragazzi che si sono sdraiati sui binari per alcuni minuti.

A Roma il traffico di tutto il centro storico è andato in tilt per il blocco della circolazione attorno a Montecitorio per impedire che i cortei raggiungessero la Camera dei deputati. Alcuni studenti hanno tentato di ribaltare uno dei blindati che sbarravano via del Corso, bloccando l'accesso a Piazza Montecitorio. Contro i blindati sono stati lanciati fumogeni, petardi, verdura e uova. Poliziotti e carabinieri hanno caricato gli studenti, mentre i giovani hanno scagliato pietre e bottiglie contro le forze dell'ordine che hanno risposto con manganelli e lacrimogeni. Dopo un fitto lancio di oggetti verso polizia e carabinieri gli studenti sono arretrati. Molti hanno ripiegato su piazza del Popolo. Qualcuno sussurrava: «È come Genova, violeremo la zona rossa». Ci sarebbero dei feriti tra le forze dell'ordine ci sarebbe almeno un fermato. Applausi al passaggio del corteo da parte di molti automobilisti incolonnati su Muro Torto in direzione piazzale Flaminio. Chi dall'interno dell'auto, chi addirittura uscendo dal veicolo nonostante la pioggia, diverse persone hanno voluto esprimere la propria solidarietà con un lungo applauso al quale il corteo ha risposto con

cori come «Università libera». Anche a Roma Termini sono stati occupati i binari per una decina di minuti.

Nel pomeriggio gli studenti, dopo aver occupato i binari, hanno lasciato la Stazione Termini dirigendosi in corteo verso l'Università La Sapienza, da dove erano partiti stamani. I manifestanti avevano occupato i primi binari della principale stazione romana: numerosi i disagi per i viaggiatori. Trenitalia ha dovuto spostare la partenza dei treni diretti a Fiumicino Aeroporto e Civitavecchia alla stazione Ostiense.

Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha replicato in Transatlantico alle critiche sulla militarizzazione di Roma per le manifestazioni studentesche: «Io ho il compito di gestire l'ordine pubblico ed evitare incidenti e l'assalto ai luoghi sacri della democrazia, come avvenuto la scorsa settimana in Senato. E mi pare che tutto stia avvenendo con grande responsabilità delle forze dell'ordine che hanno subito violenza e stanno gestendo una situazione molto complicata».

«Le misure di sicurezza sono state applicate lasciando il diritto di manifestare - dice Maroni - come sta avvenendo in molte città italiane, ma consentendo al Parlamento di lavorare tranquillamente. Il dispositivo di sicurezza è stato messo in atto in modo adeguato e sta funzionando». E ai giornalisti che facevano presente che gli studenti non hanno potuto raggiungere piazza Montecitorio, Maroni replica: «Quante piazze ci sono a Roma. Al Senato hanno tentato di entrare, e se arrivavano qui in Transatlantico? Io sono assolutamente convinto che le misure di sicurezza siano adeguate».

Il premier Silvio Berlusconi boccia i manifestanti: «Gli studenti veri sono a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali e sono fuori corso».Il leader leghista Umberto Bossi concede qualcosa: «In parte hanno anche qualche ragione ma non si devono fare strumentalizzare. Gli studenti dovrebbero innanzitutto studiare».

Il segretario del Pd Bersani è caustico: «Non riapriamo il tema di chi è fuori corso perchè creerebbe nella maggioranza più imbarazzi di quelli provocati da Wikileaks. Mi pare che nella stragrande maggioranza studenti e ricercatori si siano mossi in modo pacifico. Fa impressione la città militarizzata, mai vista Roma così, e se si è arrivati a questa tensione è per irresponsabilità del governo che ha perso la testa e la presa sui problemi del Paese».

«Una riforma dell'università ci vuole assolutamente - dice Bersani - ma non questa, anche perché non credo che il governo sarà in grado di portarla a termine. Il Pd continuerà con la protesta e la proposta e la manifestazione dell'11 sarà il luogo in cui si riprende il tema per tutto il sistema del sapere che, caso unico al mondo, è stato calpestato dal governo. Vista la militarizzazione della capitale e le tensioni, il governo è doppiamente colpevole perché se aveva preoccupazioni poteva spendere del tempo a discutere con la gente».

Casini: solidali con chi protesta pacificamente e con le forze dell'ordine, no alle violenze. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, si mostra conciliante: «Le forze dell'ordine hanno sempre la nostra solidarietà in quanto fanno solo il loro lavoro. Allo stesso tempo dobbiamo mostrare solidarietà nei confronti di quegli studenti che prendono 30 e lode e che oggi sono in strada a protestare. Chi protesta pacificamente non può essere liquidato con marchio del terrorista o dell'infame, perché questo non vuol dire avere equilibrio. Ci sono tantissimi ragazzi che prendono trenta e lode e manifestano nelle piazze. Chi invece rompe le vetrine deve avere tutta la nostra condanna e non ci può essere tolleranza. Le forze dell'ordine fanno il loro lavoro».

Fini, leader di Fli, solidarizza con i poliziotti e avverte: «Gli estremisti che hanno bloccato Roma e causato gravi incidenti non hanno reso un buon servizio alla stragrande maggioranza di studenti scesi in piazza con motivazioni non totalmente condivisibili ma certamente animate da una positiva volontà di partecipazione e di miglioramento delle condizioni della nostra Università».

Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 20:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA