Trovato il compromesso sulle Asl e ora
si taglia: le 23 attuali diventeranno 16

Venerdì 30 Marzo 2012 di Daniela Boresi
(archivio)
VENEZIA - Alla fine il taglio delle Asl passato. Ma c’ voluta una tempestiva riunione e la calma del presidente della V Commisione Leonardo Padrin per tirare fuori dalle secche la maggioranza regionale, bombardata da tutte le parti (Pdl compreso) dopo la proposta avanzata dalle pagine del Gazzettino dal presidente Luca Zaia di ridurre da 23 a 7 il numero delle Unità sanitarie in Veneto.



A dare fuoco ai cannoni in una seduta della V. Commissione che avrebbe dovuto in poche battute licenziare il Piano socio sanitario, erano state le vibranti proteste del capogruppo del Pdl Dario Bond che di tagli alle Asl non voleva proprio sentir parlare (e con lui neppure Pd, Udc, Italia dei Valori, Verso Nord e Sinistra veneta). Ma alla fine dal cilindro è uscito il compromesso: la quinta ha votato compattissima (con le sole astensioni di Bottacin, Vers Nord, e Pettenò, Sinistra veneta) come primo articolo del Piano la definizione del bacino di utenza delle Asl, che dovrà essere di 250-300 mila abitanti. Quindi il taglio ci sarà e qualche Asl dovrà essere sacrificata: alla fine dovrebbero essere 15 o 16 contro le 23 attuali. Se ne discuterà comunque ancora nella prossima seduta della V. Commissione giovedì prossimo.



Ieri, prima di raggiungere questo risultato, che sarebbe stato accolto con particolare soddisfazione da Zaia, la maggioranza era stata più volte in bilico, con la seduta sospesa per quasi un’ora, il tempo per convocare una urgente riunione per vedere come rattoppare la frattura tra Pdl e Lega. Rammendo che è stato tessuto da Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio regionale, che ha promesso di portare la riduzione delle Asl all’attenzione dell’assemblea. Un intervento che ha consentito di calmare le acque e ha aperto poi la strada all’accordo in Commissione sui bacini di utenza che, a questo punto, rende meno decisivo, e forse anche abbastanza superato, il passaggio in Consiglio.



«Rassicuro il governatore sul massimo impegno dei consiglieri e dell'assemblea consiliare nell'operazione di riforma e riordino della sanità veneta - aveva spiegato Ruffato - È ovvio, il Consiglio regionale farà la sua parte, così come ha dimostrato di saper fare in altre occasioni».



Mano tesa dunque a Zaia da parte del Presidente del Consiglio, il quale non aveva però mancato di sottolineare l’assenza di un proposta unitaria e chiara della Giunta su questo tema. Di fronte alle parole di Ruffato, la Lega aveva fatto immediatamente quadrato intorno al Governatore «Il presidente Zaia non ha bisogno di avvocati difensori e quando in tempi non sospetti ha lanciato l’ipotesi di ridimensionamento del numero delle Asl, lo ha fatto come consigliere, avendo come obiettivo di interpretare il momento attuale e le presenti difficoltà », le parole del vicecapogruppo del Carroccio Paolo Tosatto in risposta a Ruffato.



Dal canto suo il Pd aveva attaccato la maggioranza definendo "schizofreniche” le parole del presidente Zaia sulla riduzione del numero delle Asl alla vigilia della discussione in V commissione del Piano. «Il Governatore, ancora una volta, distoglie l’attenzione. Da chi è a capo della nostra Regione questi trucchi di bassa lega non sono accettabili: la sua Giunta ha presentato un Piano che contiene determinate indicazioni, se non lo ritiene più valido abbia il coraggio di ritirarlo». Indispettito anche l’Idv che sulla riduzione delle Asl è comunque possibilista. «La solita manfrina in V commissione, con il presidente Zaia messo prima in croce da Bond e poi salvato da un accordo frettoloso tra leghisti e pidiellini, che traghettano il Piano verso l'approvazione - il commento di Antonino Pipitone - Uno Zaia che non ha portato in commissione un solo emendamento per far valere le sue idee». Ciliegina sulla torta la nomina del nuovo segretario generale alla sanità e sociale: proposto dal presidente della Giunta e votato dal Consiglio.
Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA