Si chiama "Awanti (coi ammicci)", con la W e con le doppie a sproposito,

Giovedì 24 Aprile 2014
Si chiama "Awanti (coi ammicci)", con la W e con le doppie a sproposito, ed è il nuovo disco dei Rumatera, il popolare gruppo veneto di rock festaiolo che questa sera al New Age di Roncade si ripresenta dal vivo in un concerto nuovo, con le canzoni dell'album che uscirà il 5 maggio ma sarà venduto in anteprima ai presenti 'e le prime duecento copie con un portachiavi omaggio dedicato» annuncia "Bullo", ovvero il cantante chitarrista Daniele Russo.
È un disco molesto?
«Molestissimo! - commenta Bullo - Abbiamo toccato punte di molestia inarrivate precedentemente e aggiunto una parte elettronica che era appena abbozzata nel precedete "La grande V". Ci sono tre canzoni elettroniche legate alla festa in cui si toccano punte inesplorate».
Il disco in realtà è doppio, tre brani elettronici da una parte e quattro tradizionali più una ghost track nell'altro.
«Abbiamo voluto dividere, facendo un cd classico, di canzoni rock in formazione chitarra basso batteria e voci, con la ghost track acustica che ripete sempre lo stesso concetto che non rivelo - e ride - e l'altro con le tre canzoni elettroniche».
Come mai questa svolta?
«Una cosa spontanea, frutto degli ascolti di questi anni tornando a casa in furgone o andando alle feste. Principalmente ci siamo ispirati ai tedeschi Atzen. Usavamo la loro "Disco Pogo" come sigla ai concerti e c'è venuta voglia di esplorare quel mondo».
Che poi è piuttosto presente in altri gruppi della vostra etichetta e del giro di Cazzago?
«Infatti c'è nei Gottardo Project e anche i nuovi Sex on the Beaches stanno uscendo con un disco dove l'elettronica è molto importante. ma è naturale, è musica legata al mondo della festa».
Al "caciarock", il rock della caciara insomma?
«Esatto. È fare più che dei concerti delle feste dove noi primi fra tutti ci si diverta e poi tutti gli altri. Chi verrà a vedere il tour nuovo troverà tante novità in stile Rumatera, i classici che conoscono e cose imprevedibili».
La scuola elettronica è molto forte in Veneto. Penso a Bloody Beetroots e altri...
«Sono i nostri ispiratori, Bob Rifo e tutto il movimento. "Venenglish" è prodotta da Gigi Barocco che lavorato con Bloody Beetroots, oltre che con Fedez e altri».
I temi delle canzoni?
«"Alza la volume", è hard rock in stile AcDc, "Penoti" è più poppunk anni '90, "Basta poco" e Fora de testa" sono in stile punk anni '90, la seconda più hardcore melodico, con un ritmo veloce. Nei testi ci sono meno parolacce del solito. In generale parlano di noi, della nostra musica, dl piacere di stare insieme, di saper godere delle cose di tutti i giorni».
I brani elettronici invece?
«"Venenglish prende in giro quella strana lingua che parlano i veneti quando vanno all'estero e dicono "drink a shadow" per "bere un'ombra" o "see you two hands" per "ci vediamo domani, do mani". "Kilometro 01"racconta del bar dove andiamo la sera con i suoi personaggi, "Padre Awanti", che ha creato l'espressione "awanti coi amicci" come usava negli anni '80-'90 dalle parti di Mirano sostituendo le U e le V con la W. Lui le usa ancora. Poi il Mago, Muro o Riccardo Murano, col suo mojito da litro, che ai concerti è vestito da porcello, poi Lady Poldo, e le Troglocinghie, così dette per il loro abbigliamento, sempre leopardate con le borchie, e la Marty storica barista».
Lady Poison?
«Francesca De Pieri o la sensuale "Lady Poison" è nel video e non mancherà in tour con i suoi spruzzatori di rum e pera che abbiamo "rubato" a una festa di windsurfisti. Ci saranno anche le Cheerleader e una mostra di fotografie su di noi di Davide Carrera e Giangi Conselvan. Prendiamo quello che ci diverte. poi ogni cosa ha i suoi risvolti. "Awanti" è un'espressione che serve anche nei momenti di difficoltà, per incitarti ad andare avanti. La festa non sempre deve essere solo frivolezze, è un momento di relax ma anche di buona comunione».
© riproduzione riservata