Schonwald, magico mondo elettronico anni '80

Domenica 4 Gennaio 2015
PORDENONE - Il singolo Rays, il cui video è ambientato nella pineta di una spiaggia, ha fatto il giro di mezza Europa. Tanti i commenti positivi degli amanti del genere, che stanno seguendo un po' ovunque il duo romagnolo formato da Alessandra Gismondi (voce e basso) e Luca Bandini (chitarra, synt e drum machine). Venerdì sera, al Pn Box, c'erano addirittura fan arrivati da Lubiana che hanno ballato a ritmo di musica, suoni e vibrazioni. Sul palco della web tv pordenonese gli Schonwald hanno collezionato applausi. Ad aprire il concerto i Ropsten, con il loro genere post-rock. Claudio (chitarra elettrica), Marz (batteria a.k.a. laptop), Simone (chitarra elettrica e tastiere) e Leo (basso elettrico) hanno riscaldato l'atmosfera con la loro musica "fredda": Ropsten, dal quale il quartetto prende il nome, è un'area di Stoccolma, nonché un capo, situati all'estremità nord-orientale rispetto alla capitale svedese, il cui significato letterale della traduzione è "pietra che grida".
Il live degli Schonwald dura poco più di un'ora e offre un forte respiro di internazionalità incentrato su un'originale rielaborazione di sonorità elettroniche. Un'elettronica che, allestita da una miscela di strumenti (synth, drum machine, chitarre, basso e "graffi" vocali) percossa da suggestioni noise e slanci melodici, che sfocia in atmosfere ipnotiche, taglienti e visionarie. Quasi gotiche.
La loro musica è un susseguirsi di atmosfere minimaliste, che richiamano rumore ed echi dei Suicide, New Order e Cure, confondendosi con melodie synth direttamente anni '80. Alessandra Gismondi si presenta al pubblico nella sua classica versione dark; Luca Bandini, stivali, pantaloni neri e camicia fantasia abbottonata sino al collo, sembra ipnotizzato dalla scena: sguardo basso, capelli che coprono l'interno viso sempre chino. Un ritmo drum-machine, agghiacciante e cupo, si mescola alla melanconia elettronica: benvenuti nel (magico) mondo di Schonwald, in cui nulla è più come prima.
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