Papa Francesco si prepara
al viaggio in Terra Santa:
come Paolo VI 50 anni fa

Venerdì 23 Maggio 2014 di Franca Giansoldati
Paolo VI incontra Atenagora
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Prima di partire per tre giorni di fuoco in Terra Santa, tre giorni suddivisi equamente tra la Giordania, Israele e Stato di Palestina, Papa Francesco andato a pregare davanti all'antica icona della Madonna cara ai romani, la Salus populi romani, conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore.

Si è inginocchiato con gli occhi chiusi e immobile è restato in silenzio quindici minuti, incurante delle foto scattate con gli smartphone dai turisti che in quel momento si trovavano nella chiesa. Uscendo dalla basilica ha ripetuto ai presenti, «mi raccomando pregate per me».



In effetti serviranno tante preghiere a Papa Bergoglio, vista l'agenda così fitta di impegni, di incontri, di celebrazioni. E di sicuro non mancheranno i fuori programma. La partenza è fissata per domani mattina su un aereo dell'Alitalia, mentre il ritorno l'ha offerto la compagnia israeliana El Al.



La prima tappa è la Giordania, dove ad Amman, Papa Francesco celebrerà una messa nello stadio. La sua decisione di non girare tra la folla protetto dai vetri blindati della papamobile, come fecero i suoi predecessori, ma usando una jeep scoperta, ha fatto innalzare le misure sicurezza al massimo, cosa che accadrà anche in Israele e a Betlemme. Ma Bergoglio non sembra preoccuparsi troppo, a lui importa incontrare la gente, abbracciare i profughi siriani e iracheni previsti allo stadio.



Il secondo pellegrinaggio internazionale di Bergoglio sarà breve e intenso, durerà tre giorni, dal 24 al 26 maggio. Gli stessi giorni che Paolo VI dedicò alla Terra Santa, primo pontefice a recarsi in tempi moderni in quell'area geografica per poter abbracciare l'allora patriarca ortodosso Athenagora e mettere fine allo scisma tra Oriente e Occidente.



Dopo la Giordania, è prevista una tappa sulle rive del Giordano, dove, secondo la tradizione fu battezzato Gesù. Il giorno successivo celebrerà una messa a Betlemme e lunedì prossimo il programma prevede Gerusalemme con una visita allo Yad Vashem, il memoriale dell'Olocausto, una celebrazione ecumenica al Santo Sepolcro e una messa con i francescani della Custodia di Terra Santa nel cenacolo, sito conteso, oggetto di un infinito contenzioso diplomatico.



«Sarà un viaggio strettamente religioso. Primo, per incontrare il mio fratello Bartolomeo I, nella ricorrenza del 50esimo anniversario dell'incontro di Paolo VI con Atenagora I. Pietro e Andrea si incontreranno un'altra volta e questo è molto bello! Il secondo motivo è pregare per la pace in quella terra cha soffre tanto. Vi chiedo di pregare per questo viaggio» ha commentato il Papa.



Prima di ripartire alla volta di Roma, Papa Francesco pianterà un albero d'ulivo in segno di pace. Il segretario di Stato, cardinale Parolin è convinto che questo viaggio «porterà molti frutti» anche sul versante politico. Chissà se davvero saprà resuscitare la defunta road map per la pace tra israeliani e palestinesi.
Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 11:31