Paniz e Di Centa, esclusi eccellenti in
Veneto e Friuli/ I risultati: foto e tabelle

Mercoledì 27 Febbraio 2013 di Paolo Francesconi e Antonella Lanfrit
Manuela Di Centa e Maurizio Paniz, due grandi esclusi in Veneto e Friuli
VENEZIA - Seggio conteso in Veneto a Camera 1 (Verona-Vicenza-Padova-Rovigo) nell’area centrista. Stando ai risultati, non ufficiali, il seggio scattato, per effetto del meccanismo della ripartizione dei resti su scala nazionale, a favore dell’Udc che manda cos a Montecitorio il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania (oppure, in base ad accordi interni pre-elettorali, il veronese Stefano Valdegamberi, secondo in lista). Ma anche la Scelta civica di Monti - che a Camera 1 ha già due eletti "diretti", Ilaria Capua e Giuseppe Stefano Quintarelli - rivendica quel seggio, sostenendo di averne diritto pieno, senza nemmeno bisogno di ricorrere al "ripescaggio" con i resti.



Fatti e rifatti i conteggi, Diego Bottacin, coordinatore regionale della lista Monti, ha inviato una segnalazione al ministero dell’Interno e alla Circoscrizione, chiedendo una verifica e una riassegnazione del seggio, senza fare polemiche, parlando solo di «possibile errore». Se la richiesta fosse accolta, verrebbe eletto il padovano Domenico Menorello con conseguente esclusione di Catania (o, se cede il posto, di Valdegamberi). Quest’ultimo si trova in un doppio limbo: se il seggio spetta al suo partito, l’Udc oppure no; in caso affermativo, se a Roma ci va Catania o tocca a lui. Il battagliero ex assessore regionale al Sociale, 43 anni, sottolinea il buon risultato: «Sarei l’unico deputato Udc di tutto il Centro-Nord - dice Valdegamberi -. È il miglior risultato dell’Udc in tutta Italia, ottenuto nonostante le difficoltà incontrate dal partito, in una situazione molto difficile, con il voto d’opinione spostato su Monti». Per altro, se Valdegamberi non dovesse farcela, l’Udc al Nord non avrebbe rappresentanti a Montecitorio.



GZ-eletti veneto friuli.EPS



Tra coloro che sono sospesi, stavolta in Camera 2 (Venezia, Treviso, Belluno) c’è il consigliere regionale veneziano Andrea Causin, sempre della Civica per Monti. In questo caso la lista ha diritto a due seggi e su questo non ci piove. Causin è al terzo posto dell’elenco, dietro al capolista Alberto Bombassei e ad Enrico Zanetti. Entra solo se Bombassei, ex leader di Federmeccanica, opta per la Lombardia, la sua terra: «Deve decidere lui, in ogni caso non ci sono problemi - dice Causin - Sono comunque molto contento di come è andata».



Meno contenti, senz’altro, sono i "trombati" eccellenti. Come l’ex deputato Pdl, Fabio Gava, lista Monti, primo dei non eletti al Senato, dove sono passati in due, Gianpiero Dalla Zuanna e Antonio De Poli. Rimane a casa anche un altro montiano veneto, Maurizio Fistarol, già parlamentare per la Margherita e il Pd. Finisce per ora l’avventura parlamentare di Massimo Donadi, ex braccio destro di Antonio Di Pietro e cofondatore con Bruno Tabacci del Centro democratico, per cui era capolista a Camera 1: non ha raggiunto il quorum. Assieme a Donadi dice arrivederci a Roma Antonio Borghesi, ex presidente della Provincia di Verona, deputato uscente dell’Idv: era capolista al Senato di Rivoluzione Civile dell’ex pm Ingroia: è andata come è andata.



In casa Pdl, spicca la mancata elezione dell’avvocato bellunese Maurizio Paniz, terzo in lista a Camera 2 e primo dei non eletti (che sono Renato Brunetta e Valentino Valentini). Paniz è stato figura di spicco del Pdl, con ruoli chiave in Parlamento in frangenti delicati della scorsa legislatura. In area centrodestra non si muovono dal Veneto Raffaele Zanon (Fratelli d’Italia) e, in casa Lega, il consigliere regionale veronese Paolo Tosato e Franco Zorzo, sindaco di Tombolo.



Ci sono nomi in Friuli Venezia Giulia che era tutt’uno scrivere precedendoli con un “deputato” o “senatore”. Da ieri, però, hanno perso il prefisso a causa del responso delle urne. Il gergo, come da tradizione, li definisce “trombati”, ma per diversi di loro il destino era già scritto il giorno in cui è stato rivelata la posizione in lista. Clamorosa, perché giunta per ultima e quando i conteggi l’avevano già inserita tra i vincenti, l’esclusione confermata ieri della pidiellina campionessa olimpionica di sci nordico Manuela Di Centa. La sette volte medaglie d’oro olimpica, e deputato che si apprestava alla terza legislatura, non ha avuto resti sufficienti a far conquistare il secondo deputato al Pdl, partito che conta il numero più consistente di esclusi eccellenti.



Storica l’esclusione del senatore triestino Giulio Camber, che in Parlamento ci stava da 6 legislature e finito terzo in lista, dopo Berlusconi e l’eletto torinese Bernabò Bocca. Fuori anche un altro Pdl di lungo corso, il deputato Manlio Contento (dal 1996 a Roma), che negli ultimi anni era stato anche presidente della commissione Paritetica. Deputato non storico, perché a Montecitorio da soli 5 anni, ma nome di peso perché coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo è un altro che si è vista sfumare la riconferma (era terzo in lista).



Tra i leghisti escono di scena il senatore Mario Pittoni e il deputato Fulvio Follegot. Niente biglietto anche per Angelo Compagnon, deputato Udc con un lungo corso politico nella Dc. Stop anche per un altro nome ultra noto, il finiano Roberto Menia, eletto deputato per la prima volta nel ’94.
Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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