I precari scrivono a Del Vecchio:
«Luxottica torni ad essere famiglia»

Mercoledì 10 Settembre 2014 di Olivia Bonetti
I precari scrivono a Del Vecchio: «Luxottica torni ad essere famiglia»
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AGORDO - Una appello al presidente e fondatore Leonardo Del Vecchio dalle famiglie "abbandonate" dalla Luxottica, una lettera che racconta quanto vissuto dagli interinali "lasciati a piedi" dopo tre anni di proficuo lavoro.

Sono gli operai, anzi gli ex operai, ora a scrivere a Del Vecchio, dopo che il presidente ha scritto ai suoi lavoratori, migliaia, in queste ultime ore, illustrando nella lettera la "terza fase" del gruppo, dopo l’addio al general manager Andrea Guerra. Ma in questo prossimo decennio quello che dovrà cambiare, secondo gli ex lavoratori, sarà proprio il modo di considerare il lavoro da parte dell’azienda: non più merce da pagare il minimo possibile, ma donne e uomini persone che creino una famiglia, «un luogo di sviluppo del tessuto sociale di un intero territorio e di una grande comunità». Per questo cambiamento di rotta e per riavere il posto di lavoro gli ex dipendenti sono disposti a lasciar perdere la class action intrapresa contro l’azienda.

Sono i 17 operai degli stabilimenti di Pederobba e Agordo, che, tramite lo studio legale Ponticiello di Villorba, hanno presentato ricorso al giudice del lavoro di Belluno per essere riassunti a tempo indeterminato. «Le affidiamo queste persone perché tornino ad essere tali e non numeri», scrivono i legali avvocato Mina Ombretta Ponticiello, patrocinanti avvocato Karin Vella e Andrea Murgia. Hanno fiducia in Del Vecchio perché quando c’era lui il lavoro non era così, non era mercificato. «Quanto lei si occupava in prima persona dell’azienda la maggior parte dei contratti stipulati si traduceva dopo al massimo uno o due anni in assunzioni a tempo indeterminato. Tutte le persone vedevano la Luxottica come un’istituzione in grado di garantire un beneficio sociale e per il territorio». Ecco perché, ad esempio, l’ospedale di Agordo ha resistito ai tagli alla sanità. «Con l’avvento del suo general manager tutto è cambiato», prosegue la lettera ricordando la "seconda Fase" con Andrea Guerra. Una periodo con «uso abnorme di personale interinale e la produzione spostata in Cina» (nell’ultimo biennio su 700 assunzioni, 600 sono state fatte in Cina e 100 precari sul territorio chiamati da Romania e altri paesi). La lettera con l’appello a Del Vecchio per «un atto di coscienza giustizia e equità», dopo essere stata spedita è stata condivisa su Facebook: ha scatenato centinaia di mi piace e decine di commenti di lavoratori "lasciati a casa".
Ultimo aggiornamento: 18:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA