Nel 1294 il patriarca Raimondo della Torre benedì la posa della

Mercoledì 11 Marzo 2015
Nel 1294 il patriarca Raimondo della Torre benedì la posa della prima pietra del monastero e della chiesa di Santa Chiara, detta anche della Cella. La chiesa, voluta e finanziata dal nobile Uccellutto degli Uccelli, detto anche Occello Occelli, fu dedicata a San Giovanni Battista e consacrata nel 1305. Nel XVII secolo internamente subì importanti lavori di restauro e venne trasformata da gotica a barocca. Anche la facciata fu modificata con l'apertura di due lunette sotto il trecentesco rosone. Con decreto del 28 agosto 1599 il patriarca Francesco Barbaro costituì una nuova parrocchia col nome di Santa Chiara, staccando parte del territorio della parrocchia di San Cristoforo. Nel 1677 il cardinale Giovanni Delfino trasferì la titolarietà parrocchiale all'attigua cappella della Beata Vergine della Misericordia, che durò sino all'erezione della chiesa di San Quirino. Nel 1685 venne istituito il collegio femminile dedicato a Lodovico Uccellis (che aveva lasciato una rendita alla sua morte nel 1431): ancora oggi ne conserva il nome. Il convento accolse le monache francescane fino al settembre 1866; successivamente fu adibito ad istituto di educazione per giovinette.
Internamente la chiesa di Santa Chiara si presenta come un'aula rettangolare, con il soffitto sontuosamente affrescato da Giulio Quaglio nel 1699. Vi sono rappresentati: L'Immacolata con glorie dei Santi, al centro; il trionfo della Croce, Santa Chiara in Cielo, i dieci profeti e le virtù, all'intorno. All'altare maggiore: pala di Eugenio Pini (1635), Santa Chiara tra San Francesco e San Giovanni Battista. Ai lati dell'altare, due grandi angeli di marmo bianco scolpiti da Angelo e Francesco Marinali (1695). Gli altari ai lati, di stile barocco, sono dedicati a Santa Felicita e a San Venanzio. L'organo fu costruito da Carlo dé Boni nel 1671. La chiesa di Santa Chiara conserva le tombe di Occello Occelli, Lodovico Uccellis e del canonico e benefattore Maffeo della Porta. È uno dei gioiellini poco conosciuti e nascosti di Udine. Sta a voi andare a scoprirla.