Mose, Cantone: «Trasparenza e meno deroghe, norme sugli appalti da rifare»

Giovedì 5 Giugno 2014 di Silvia Barocci
Mose, Cantone: «Trasparenza e meno deroghe, norme sugli appalti da rifare»
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Mancano due giorni all’atteso varo del provvedimento che gi porta il suo nome e il presidente dell’Autorit Anticorruzione, Raffaele Cantone, ancora non conosce con esattezza quali siano i maggiori poteri che gli verranno conferiti. Un fatto però gli è ben chiaro, anche dopo aver incontrato il premier Renzi: «Se l’Anticorruzione deve essere coinvolta, i suoi devono essere poteri di controllo e non di gestione. Perché gestione e vigilanza rientrano in logiche differenti e hanno confini diversi». Non vuol dire nulla di più il magistrato anticamorra su quel decreto legge tanto annunciato e che fatica a vedere la luce. Nulla sulla richiesta avanzata al premier dal Commissario unico dell’Expo, Giuseppe Sala, di far partecipare Cantone alla commissione degli appalti.



Presidente, appena un mese dopo il caso Expo di Milano decine di persone, anche eccellenti, finicono in carcere o indagate per tangenti legate al Mose. Le norme anticorruzione sono insufficienti o cosa?

«Partiamo da un dato di fatto: dietro i grandi eventi purtroppo si annidano fenomeni corruttivi. La legge sugli appalti così com’è non funziona ed è da ripensare».



Eppure nel caso Expo i sistemi di controllo erano stati previsti...

«Ma se nel caso delle grandi opere si fa ricorso spesso e volentieri alle deroghe, significa che la legge sugli appalti non funziona. E che, anzi, essa stessa alimenta meccanismi corruttivi».



L’ex sindaco di Venezia Cacciari ha più volte lanciato l’allarme sul Mose e sul sistema di lavori eseguiti in emergenza. Eppure è rimasto inascoltato per anni.

«Spesso le opere in emergenza non hanno meccanismi di controllo adeguati. Senza poi contare il malvezzo di pensare che il sistema degli appalti sia un mezzo per finanziare la politica».



Sicuro che da cambiare sia solo la legge sugli appalti e non anche quella sul finanziamento ai partiti?

«Sicuramente il finanziamento ai partiti è un problema che va affrontato. Ma non è solo una questione normativa, bensì di selezione della classe dirigente del Paese».



Falso in bilancio, autoriciclaggio: il governo è al lavoro per introdurre pene più severe e nuovi reati, oltre a un allungamento dei tempi di prescrizione. Basterà? La legge anticorruzione risale ad appena due anni fa...

«Quella legge è positiva, soprattutto sotto il profilo della prevenzione. Certo, va integrata dal punto di vista penale. Ma l’aspetto penale serve a contrastare il tumore della corruzione, quando invece bisogna provare a sviluppare gli anticorpi».



Ma il male è già conclamato. C’é bisogno di altre prove?

«La lotta alla corruzione va fatta fuori dai casi di emergenza. E’ una questione istituzionale che deve riguardare il quotidiano. Per questo bisogna porsi il problema della responsabilità dei soggetti e della selezione della classe dirigente. Ma si deve spingere moltissimo sul piano della prevenzione. Soprattutto su due fronti»



Quali?

«La trasparenza, rendendo pubblici tutti gli appalti, e meccanismi di controllo intelligente, che significa non allungare i tempi all’infinito ma neanche fare ricorso a pericolose deroghe».



Che genere di poteri rafforzati immagina per l’Autorità Anticorruzione?

«Se il presidente dell’Anac deve essere coinvolto, i suoi devono essere poteri di controllo e non di gestione. Perché gestione e vigilanza rientrano in logiche differenti e hanno confini diversi».



Altro?

«Va individuata con chiarezza la possibilità di intervento dell’Autorità, indipendentemente dalla vicenda Expo. Andrebbero rafforzati i poteri sanzionatori, così da rendere più efficienti i meccanismi ispettivi».



Pensa che il decreto Expo allo studio del governo potrà riguardare anche il Mose? D’altronde l’opera di Venezia è stata completata per la gran parte, ma non del tutto...

«Nessuno deve pensare che io sia Superman, dotato di superpoteri. E non è neanche giusto per ogni emergenza si introducano meccanismi di controllo ad hoc. Pensiamo a prevenire».