Il caso S. Benedetto, Comune al bivio
e Scettro chiede: «Fate pagare l'Ater»

Giovedì 19 Febbraio 2015 di Claudio Strati
Marostica, Giuliano Stefani in catene in una delle sue proteste davanti al municipio
MAROSTICA (Vicenza) - «La pazienza non ha limiti», dice Giuliano Stefani, ma intanto almeno l'iter è avviato. L'ex sindacalista, impegnato da quasi 15 anni nella "battaglia" per la vicenda del condominio Ater di quartiere San Benedetto, si riferisce ai tempi tecnici prospettati nella recente udienza in Corte d'Appello di Venezia per la revocazione della sentenza del 2012 che diede torto a inquilini e proprietari. Ora ci vorranno altri 60 giorni per le memorie, più 20 per la sentenza. Ancora un po' di pazienza, dice Stefani, ma dopo tanto tempo sembra quasi poco.



Perchè la richiesta di revocazione? Lo ha spiegato l'avvocato Massimo Gheno, patrocinatore dello stesso Stefani, e di Albino Azzolin, Renata Baggio, Mirella Merlo, Angelo Scalcon, che procedono contro il cosidetto "supercondominio" (avvocato Francesca Manera) e l'Ater di Vicenza (avvocato Luisetta Peronato), e contro Luigia Bertacco. Si tratta della ormai famosa diatriba sulle proprietà delle aree annesse al condominio, considerate ad oggi private da Ater e Comune, pubbliche dai ricorrenti, che reclamano la restituzione di tutti i costi di manutenzione sostenuti indebitamente, sostengono, per anni e anni, e delle ingenti spese legali sostenute.



Gheno da una parte ricorda che nel 2012 il Comune di Marostica ha tagliato la testa al toro certificando «il pieno diritto di proprietà del Comune sulle aree verdi scoperte interne al quartiere San Benedetto e su tutti gli impianti e opere di urbanizzazione», l'esatto contrario sostenuto invece dalla sentenza. E dall'altra rileva «l'errore di fatto in forza del quale la Corte d'Appello ha ritenuto erroneamente, sulla base di una dichiarazione dell'ente gestore della rete fognaria (Etra) che non si rinviene tra i documenti in causa, l'esistenza di un "impianto di fognatura privato"», quando invece la relazione del Consulente tecnico d'ufficio del giudice sosteneva l'opposto.







«In sostanza nella sentenza scritta dal giudice Bruno Giurin - chiosa Stefani - venne ritenuta valida una lettera intestata di Etra, ma non firmata né datata, quindi illecita, e su quella base vennero respinte le nostre richieste. Ora spero che quei 18 cittadini del quartiere che, suppongo in buona fede, si sono insinuati nella causa a sostegno di tesi errate, aprano gli occhi. Tra l'altro sono stati giocati due volte: oltre a pagare quote condominiali non dovute, è stato loro richiesto di concorrere alle spese legali».



Alla vicenda della sentenza si aggiunge ora la richiesta perentoria, in discussione in consiglio comunale venerdì 20 febbraio sera, dell'ex sindaco Gianni Scettro che sostiene l'altra tesi cara ai ricorrenti. Ovvero che le ormai molto celebri convenzioni firmate con Ater e Quartiere dal Comune sono sempre in essere, al contrario di quanto si è sostenuto a palazzo per molti anni. Nella sua mozione Scettro ricorda che la convenzione del 1988 tra Comune di Marostica e l'allora Iacp ora Ater sosteneva che "l'area di pertinenza dei fabbricati scoperta dovrà essere sistemata e mantenuta in stato decoroso a spese dell'Istituto e resterà in uso e servizio degli edifici per tutta la durata del diritto di superficie". Quindi, sostiene Scettro, «Ater doveva e deve eseguire le manutenzioni». Inoltre aggiunge che «il trasferimento degli obblighi in capo ai condomini non sia legittimo perchè eseguito senza la preventiva autorizzazione da parte del Comune», di cui non è stata ritrovata traccia nella documentazione presente in Comune. «L'amministrazione deve porre fine allo stato di disagio e malcontento instauratosi nelle famiglie del quartiere San Benedetto e il Comune deve far rispettare quanto previsto dalla convenzione».



Insomma la vicenda pare avviata verso un chiarimento. Salvo scoop dell'ultimo minuto o nuove carte presentate dal Comune (ma ormai la Commissione consiliare lavora da mesi sul tema, senza esiti risaputi) o in uscita dagli archivi dell'Ater. Da parte sua, Giuliano Stefani accusa ad alzo zero tutta la classe politica locale, «sindaci e componenti politiche che dal 2000 hanno governato Marostica, Pdl, Lega, Lista Zanforlin, Pd. Tutti sapevano, e tutti hanno taciuto! Nel frattempo alle 82 famiglie del quartiere venivano richiesti pagamenti di servizi supercondominiali inesistenti». La botta finale, nel suo volantino, è riservata ovviamente all'attuale maggioranza del sindaco Marica Dalla Valle.
Ultimo aggiornamento: 13:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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