Le urla disperate della madre in ospedale:
«E io adesso come faccio da sola?»

Giovedì 6 Dicembre 2012 di Guido Fraccon
Ludovica, innocente vittima dell'incidente di Corbole
ROVIGO - Queste cose non possono accadere... Aveva solo 5 anni ed ora un cadavere. Sono cose da non credere... Io adesso cosa faccio... Sono rimasta sola. Le grida di disperazione di Margherita Baruffa, la madre della piccola Ludovica riecheggiano ancora oggi nelle stanze del Pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria.



Davvero indescrivibile la scena che hanno vissuto i presenti quando alla mamma è stata data la notizia della morte della sua piccina. Le sue urla risonavano in ogni dove e le andava ripetendo come un disco rotto, inutilmente consolata da alcuni parenti, rimasti senza parole di fronte allo strazio. Senza parole anche coloro che per primi si sono recati sul luogo dell'incidente, quelli della Croce Verde, che pur mantenendo il giusto riserbo, si sono lasciati scappare: «Era un panorama irreale. Nemmeno noi riuscivano a stare in piedi. Era tutto ghiacciato».



La notizia della morte di Luca Palazzi e della piccola Ludovica ha letteralmente sconvolto non solo la città etrusca ma anche tutta l'area del Delta del Po. Palazzi, infatti, cresciuto a Bottrighe, dove era nato il 6 novembre 1980, era molto conosciuto non solo in città ma anche in tutto il Bassopolesine per la sua attività di imprenditore. Assieme al socio, Stefano Andreotti, gestiva due locali in città: il Ribose di piazza Cieco Groto, il ritrovo abituale nel weekend, ma non solo, della gioventù adriese e l'Evita. Quest'ultimo locale, l'ex Mirò Pub, situato in via Amendola, in zona Ca' Cima-Coop, era condotto dai due da alcuni anni. Palazzi, inoltre, era conosciuto anche nell'ambiente calcistico dal momento che aveva militato, indossando i guanti da portiere, nelle fila della compagine calcistica del suo paese: il Cmp -Bottrighe. Con i gialloblù aveva percorso tutta la trafila, passando dalle giovanili alla prima squadra. Chi lo vide al debutto con i portacolori della sua città, valutò la sua prestazione in maniera più che positiva. Quando però era arrivato il momento di una sua eventuale consacrazione, le esigenze lavorative avevano, giustamente, rallentato la sua carriera. Palazzi, infatti, aveva preferito, cedere il passo ad altri, continuando però a coltivare la sua passione calcistica, sempre tra i pali, ma tra gli amatori del River Team Bottrighe.



Secondo le prime ricostruzioni, al momento dell'incidente, l'auto condotta dall'imprenditore adriese proveniva da Taglio di Po. Nella città bassopolesana Palazzi, secondo le testimonianze di alcuni amici, si era "ritirato" momentaneamente da alcuni giorni, assieme alla figlioletta, nell'abitazione dei genitori dopo una discussione con la madre di Ludovica. I genitori di Palazzi, il padre Luciano e la mamma Giuseppina, si erano trasferiti a Taglio di Po circa un anno e mezzo fa. Sempre nel paese deltino vive anche la sorella maggiore di Palazzi. Secondo le prime dichiarazioni l'imprenditore stava rientrando ad Adria per portare la figlioletta all'asilo. Ludovica, figlia unica, infatti, era nata dalla sua unione con Margherita Baruffa, 26enne anche lei nativa della comunità rivierasca. Palazzi e Baruffa non erano sposati ma convivevano da circa un anno e mezzo nel paese della sinistra Po in una abitazione di via Curiel dopo aver abitatao per un periodo ad Adria in via Badini.
Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA