Italia-Germania, il dilemma del Papa
e la previsione sicura di Cacciari

Mercoledì 27 Giugno 2012 di Edoardo Pittalis
Benedetto XVI con il presidente della Figc Giancarlo Abete (Ansa)
Come dice Carlo Ancelotti: “Pi che l’Italia favorita, adesso la Germania meno favorita”. Insomma, si pu fare e puntare decisamente alla finale. Un po’ perch l’Italia vista contro l’Inghilterra autorizza ad avere ambizioni, un po’ perché tra Italia e Germania le sfide sono sempre state esaltanti e ci hanno portato bene. Molto anche perché nelle difficoltà gli azzurri si ritrovano.



Certo quella tedesca è la squadra migliore vista finora in questi Europei, completa, con alta percentuale di realizzazione. Ma l’Italia ha mostrato personalità, padronanza del campo, possesso palla, idee e tiri. È cresciuta dall’inizio, strada facendo è diventata forte. Prandelli ha avuto pazienza e si è ritrovato almeno quattro giocatori che fanno la differenza: la genialità e il coraggio di Pirlo; l’intelligenza tattica e la fisicità di De Rossi; la sicurezza di Buffon; la propensione alla lotta e al tiro di Balotelli (contro l’Inghilterra ha concluso nove volte, sei nello specchio della porta). Si tratta di mescolare al meglio gli ingredienti, di recuperare gli infortunati, di smaltire la fatica in un tempo minore rispetto agli avversari.



In Germania non gradiscono troppo il nuovo confronto: “Ancora loro”, si lamentano i giornali tedeschi. È una sorta di incubo prolungato, ogni volta che allungano il passo, si ritrovano tra i piedi questi azzurri, l’ultima nel 2006 a sbarrare il mondiale poi vinto dagli italiani: “Regoliamo i conti”, avverte la Bild. Arriva sempre il momento della resa dei conti e quelli calcistici si risolvono col pallone in rete. Certo occorre qualche aiuto qualificato, sarà per questo che Prandelli è già al secondo pellegrinaggio di ringraziamento: prima al convento camaldolese, poi al santuario della Divina Misericordia; sempre di notte e non troppo lontano da Cracovia. Gene Gnocchi ironizza che il ct sarebbe disposto ad andare a piedi a Medjugorje, perfino in compagnia di Paolo Brosio in caso di vittoria. Si tratterà di avere buoni rapporti molto in alto, bisogna vedere per chi intercederà Benedetto XVI, che è tedesco ma Papa a Roma.



La Rai si prepara a sbancare il nuovo record, come lo Stato fa col montepremi del Superenalotto: 19 milioni e mezzo di telespettatori per Italia-Inghilterra (ma la Bbc ha fatto meglio, 23 milioni!) e share del 74,5%, come dire tre italiani su quattro davanti alla tv, con picchi vicini alla totalità al momento del rigore di Diamanti. Non che questo abbia giovato alla squadra Rai che segue gli Europei: “Dopo il successo sulla Germania gli azzurri sono rientrati a Cracovia”. Ma come, conoscono già il risultato della partita ancora da giocare? No, hanno semplicemente scambiato inglesi per tedeschi. Cosa normale perché la geografia dell’Europa unita sfugge spesso ai telecronisti. Un esempio: hanno continuato a parlare di Repubblica Cekia, mentre esiste soltanto quella Ceca. Per non parlare di quelli che hanno fatto risorgere i sovietici spariti ormai da tanti anni.



Ormai resta poco tempo, la partita è alle porte. Un filosofo acuto ha fatto la previsione, su La7, naturalmente in tv perché altrimenti non avrebbe valore: “Vinciamo di sicuro con la Germania, vinciamo sempre le sfide importanti”. Parola di Massimo Cacciari.
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