Il leghista Salvini sommerso dai fischi a Napoli Salta il comizio e si sfoga: «È stata una follia»

Mercoledì 7 Maggio 2014
NAPOLI - I cori contro i napoletani li ha cantati, eccome, per sua stessa ammissione. Già perché la Lega Nord con Napoli e i napoletani non è mai stata dolce, tutt'altro. Famose le offese come Napoli colera, Napoli che puzza, Napoli, e i napoletani, che dovevano essere lavati con il fuoco, quello del Vesuvio. E così ieri mattina quando proprio la Lega Nord, Matteo Salvini in testa, è arrivata nel cuore di Napoli, in piazza Carlo III, per il tour elettorale in vista delle Europee, i napoletani le accuse le hanno contraccambiate. Niente comizio, gazebo rimosso dai sostenitori, leader "verde" che dopo poche battute con i giornalisti, circondato dalla polizia, è andato via, di corsa con la sua auto. E dopo di lui i candidati e i pochi militanti.
Salvini ci ha provato. Ha detto che ai napoletani ha «chiesto cento volte scusa, lo faccio anche oggi», ha ribadito che le offese erano «cori da stadio» e ha soprattutto provato a spiegare che a Napoli era venuto per «parlare di lavoro, della cancellazione della legge Fornero, di no all'euro». «Buffone, buffone», il leit motiv dei manifestanti, alcuni anche del gruppo dei Neo-borbonici con la bandiera del Regno delle due Sicilie in mano - proprio mentre Salvini i napoletani li ringraziava perfino «per essersi recati a centinaia in Municipio a firmare i nostri referendum».
La contestazione si è poi trasferita a Taranto dove a causa dell'assembramento di operai e cittadini che gridavano slogan anti-leghisti, è saltata la conferenza stampa davanti alle portinerie dell'Ilva di Salvini. Il segretario della Lega si è sfogato, ha definito «follia» le «contestazioni da stadio di Napoli».