Genty spacca il patto Lega-Pdl: «Mai con
loro, Berlusconi pallone gonfiato»/ Audio

Mercoledì 9 Gennaio 2013 di Paolo Calia
Giancarlo Gentilini (foto archivio)
TREVISO - Giancarlo Gentilini un vulcano in piena eruzione: tuona, tira le orecchie a tutti da Maroni in gi, lancia avvertimenti, minaccia strappi clamorosi. Ieri ha imperversato tra dichiarazioni alle agenzie e interventi in radio, ospite della Zanzara di Radio 24 dove ha dato del Machiavelli a Maroni e definito Berlusconi un pallone gonfiato, la sua parola non conta.



ospite della Zanzara di Radio 24



E ha sempre ribadito il suo concetto: no all'accordo tra Lega e Pdl e, soprattutto, mai a Treviso. La sua posizione da candidato sindaco però scricchiola, più di qualcuno la mette in dubbio. Nella Lega cresce il timore che dopo le elezioni politiche, soprattutto davanti a un risultato negativo, diventi sempre più difficile difendere la scelta di Gentilini sindaco in beata solitudine. Il Pdl preme per stringere un patto elettorale anche in città, la Lega più vicina allo Sceriffo tenta di resistere. Ma se le percentuali conquistate il 24 febbraio non saranno soddisfacenti tutto tornerà in discussione. «C'è poco da girarci attorno - dice un big leghista - se alle politiche la Lega a Treviso andrà bene si continuerà così. Altrimenti qualche riflessione bisognerà farla».



E la prima riguarda proprio il candidato sindaco. Tanto che qualcuno, sfiorando il confine della fantapolitica, ipotizza anche il rientro in gioco di Federico Caner. E se Fabio Chies, coordinatore provinciale del Pdl, assicura che su Gentilini non ci sono pregiudiziali, molto più netto è il senatore Maurizio Castro per nulla spaventato dalla minacce di corsa solitaria del vice sindaco in caso di alleanza Lega-Pdl: «Vada pure - dice Castro - i suoi voti li prenderemo al ballottaggio. Alla città non potrà certo piacere un 83enne stizzoso, propenso più a dividere che a unire. Ma delle elezioni di Treviso si ricomincerà a parlare dopo le politiche. Anche nella Lega c'è chi vorrebbe un nome diverso da Gentilini e si potrebbe ragionare assieme alle categorie produttive, l'interlocutore principale del centrodestra: parlando con quell'area si potrebbe individuare il vero candidato sindaco di Lega e Pdl».



Intanto Gentilini poco si cura delle critiche, soprattutto se arrivano dal Pdl. E non ha nemmeno paura di riprendere i vertici leghisti colpevoli di aver stretto, ancora una volta, un patto col diavolo: «Maroni mi ha deluso perché il nuovo corso della Lega aveva come presupposto l'assenza di qualsiasi contatto con il Pdl - attacca - il fallimento del governo Berlusconi-Bossi, occorre ricordare è dipeso esclusivamente dalla gestione di Berlusconi». Poi si dice deluso da Zaia e Tosi per aver approvato l'operato di Maroni e vede nell'accordo «il ritorno della filosofia bossiana per cui tutti i provvedimenti vengono calati dall'alto».




Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA