«Fusaro non ha detto tutta la verità»

Mercoledì 17 Febbraio 2021
«Fusaro non ha detto tutta la verità»
CASTELFRANCO
Il killer di Iole potrà chiedere permessi premio e potrebbe uscire dal carcere. Una prospettiva inaccettabile per la famiglia Tassitani. «Sappiamo che Michele Fusaro non ha detto tutta la verità». A parlare è Luisa Tassitani, sorella di Iole e non usa mezzi termini. Ora l'ex falegname di Bassano in carcere dal 2007 per aver ucciso Iole ha ottenuto la possibilità di chiedere il permesso premio perché, il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha dichiarato sussistenti le condizioni della collaborazione impossibile e la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale contro quel pronunciamento. E ancora una volta il colpo sferrato nei confronti della famiglia è come un macigno. «Spero che quanto Fusaro ha dichiarato in passato, ovvero di non voler uscire perché non meritevole, sia ancora valido afferma Tassitani Spero sia così, nessuno lo obbliga a chiedere permessi. Sappiamo che lui non ha detto tutta la verità, la giustizia ha preso la scorciatoia e ha dato per valido quello che lui ha detto senza indagare di più».
GLI INTERROGATIVI
La famiglia, così come il loro legale Roberto Quintavalle, ha sempre sostenuto che l'omicidio di Iole fosse stato commesso da più di una persona sia per la dinamica, sia perché lo stesso Fusaro si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa sul fatto che non fosse solo quella sera. Iole, figlia del notaio Tassitani, venne rapita il 12 dicembre 2007 e il suo corpo fu fatto a pezzi e ritrovato il 23 dicembre. «Vogliono farlo uscire afferma Quintavalle C'è stata una sentenza per la quale se un recluso per un grave crimine ha ottemperato a tutto quello a cui poteva ottemperare in carcere, si può pensare di concedere dei permessi. Fusaro ha sempre detto che capiva quel che aveva fatto e che gli sembrava giusto stare in galera e che non avrebbe fatto istanze. Circa 2 anni fa però sembrava dovessero rimetterlo in libertà, poi non è successo. Ora stanno riprendendo questa via. Ha avuto 50 anni col rito abbreviato. Ne ha scontati 20 anni, ma c'è questo voler riconoscere meriti che a me sembrano assurdi a persone che hanno combinato quello che hanno fatto, solo perché in carcere si sono comportati bene. Lui però, i nomi dei complici non li ha mai detti. Stanno facendo dei provvedimenti per liberare le carceri».
LA TEORIA
Su questo è concorde anche Luisa. «Vogliono far in modo che possano uscire soprattutto in questo periodo particolare». Le norme sull'ordinamento penitenziario prevedono che i permessi premio possano essere concessi ai condannati per reati particolarmente gravi anche in assenza di una collaborazione utile con la giustizia ma solo se i detenuti si trovano nell'oggettiva impossibilità di collaborare con gli inquirenti. Fatto quest'ultimo che accade, ad esempio, quando non hanno ulteriori informazioni da fornire sull'accaduto. Ma nel caso Tassitani, a detta della sorella e del legale, ci sarebbe un dettaglio non trascurabile che Fusaro terrebbe nascosto: i nomi dei complici nell'omicidio di Iole. «I complici ci sono, lui non li ha mai voluti dire quei nomi», sottolinea Quintavalle. «In più occasioni ha lasciato intendere di non aver agito da solo ma la giustizia ha preso per buono quello che ha detto lui, senza indagare più a fondo» aggiunge Tassitani.
Lucia Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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