Un gay pride in Corso Italia divide
residenti e vacanzieri, ma vince il No

Domenica 12 Luglio 2015 di Agostino Buda
Un gay pride in Corso Italia divide residenti e vacanzieri, ma vince il No
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CORTINA - Gay Pride a Cortina? No grazie. Cortina e gli ampezzani in larga misura rispondono no alla proposta-provocazione rilanciata nei giorni scorsi da Claudio Zanettin, imprenditore e protagonista del panorama cultural-mondano cortinese.



Certo, aveva spiegato Zanettin, potrebbe essere un evento che combina colore, sport, benessere, cultura. L’idea, che egli stesso aveva precedentemente messo sul tavolo, non ha sfondato. Respinto con perdite, si potrebbe dire parafrasando il gergo militare.



Anche il secondo tentativo quindi non ha suscitato entusiasmi e anzi, dice Stefano Illing, presidente del Consorzio Cortina Turismo «Così si perde di vista un aspetto che è centrale nell’offerta turistica di Cortina. Da noi gay ne vengono eccome, ce ne sono seduti ai bar, negli hotel, sulle piste d’inverno e sui sentieri d’estate come in questi giorni. Ma nessuno si sogna di esibire. Non c’è ostentazione né da parte loro né da parte di Cortina perchè questa è la sua natura. Sarebbe solo una discriminazione al contrario».



Il no a un gay pride a Cortina lo registriamo anche in uno dei luoghi ad alta concentrazione di gossip: quel brandello di pavè fra il Municipio e la Cooperativa. Si mostra in bel costume ampezzano al caldo di luglio «Ma non li vedo proprio quei personaggi, sì come li chiamano "drag queen" sfilare in Corso Italia» risponde una signora uscita con il suo carico di sacchetti e buste della spesa, regolarmente griffate, giusto per non esibire.



Altro perimetro caldo è quello tra l’hotel de la Poste e la libreria Sovilla e qui incrociamo proprio il titolare del blasonato hotel, Gherardo Manaigo, che parla da imprenditore. «Il turismo omosessuale è una nicchia importante non solo dal punto di vista economico. E Cortina ha sempre accolto con grande understatement questa clientela, esigente e di qualità. Esattamente ciò che vuole Cortina, non le sfilate e le esibizioni. Cortina è aperta, anche i gay lo sanno e qui ci vengono e non si lamentano se non ci sono carri multicolori o "comparse" vestite da poliziotti in chiodo nero come ai tempi dei Village People».



Graffiante come sempre Andrea Gris, voce storica del giornalismo ampezzano: «Non voglio abusare di battute che hanno il copyright altrui, ma se proprio vogliamo Cortina potrebbe anche ospitare una "festa" magari con un altro nome. Poi certo chi ha lanciato questa idea è abile organizzatore di eventi e allora concediamolgli il sì, ma con tutte le dovute attenzioni per chi dice no».

E allora, è la controproposta di Gris: «Inventiamoci la "Notte in rosa", del resto Cortina da anni è segnalata come località gay-friendly nelle guide turistiche e nel passa parola. Che vuol dire soprattutto discrezione».



E discrezione è la parola d’ordine di Stefano Zardini, fotografo internazionale e acuto osservatore oltrechè dei dettagli della natura di costumi e tendenze nella società. «Cortina ha una lunga storia sul fronte dell’accoglienza e dell’apertura verso l’universo Lgbt, anche nelle sue più recenti evoluzioni. Ma proprio per questo non ci vedo qui un gay pride. Vogliamo farne una vetrina esasperata come a Londra o a New York? Per favore no. Se c’è chi vorrebbe usare questa clientela come leva per rimettere i conti a posto, credo che non abbia colto il valore che rappresentano questi ospiti. No all’esibizione e all’esibizionismo o addirittura a un certo fanatismo. Non è così che si affermano i diritti civili, neppure in vacanza».
Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA