Argentina, come Messi vuole
Dopo Bosnia assetto spregiudicato

Sabato 21 Giugno 2014 di Gianfranco Teotino
Argentina, come Messi vuole Dopo Bosnia assetto spregiudicato
El equipo del pueblo. La squadra del popolo. In Argentina l’hanno ribattezzata cos. Perch la una formazione che pi piace alla gente: difesa a quattro, Di Maria ad arricchire la linea dei centrocampisti e tridente con Aguero e Higuain accanto a Messi. Una formazione figlia di una rivoluzione. Una rivoluzione lampo. Ma niente affatto popolare. E’ durata un quarto d’ora e vi hanno partecipato non più di trenta persone: quelle rientrate nello spogliatoio del Maracana nell’intervallo della partita con la Bosnia. Uno scontro durissimo che ha visto alla fine trionfare il partito di Messi.



Non si sa quando Sabella avesse maturato l’idea di affrontare il Mondiale con una difesa a cinque e un attacco con sole due punte. Di certo si sa che la prima partitella di allenamento con i titolari schierati così è stata disputata a soltanto 48 ore dal debutto. Sconcerto generale. Malumori crescenti. Soprattutto di Messi che nello spogliatoio è un leader silenzioso. Timido ma, dicono, egualmente carismatico. Tutti sanno che da solo può vincere e farti vincere. Perciò gli danno retta. Quasi tutti. E quindi tengono in gran peso le parole del suo portavoce quasi ufficiale nell’Albiceleste: l’ex romanista Gago.



La conversione



Proprio Gago è entrato contro la Bosnia al posto del difensore interista Campagnaro, mentre Higuain ha preso il posto del centrocampista Maxi Rodriguez. Insomma, Messi ha rimesso la chiesa al centro del villaggio. Con quale felicità per Sabella è facile immaginare. Il ct, che pure da giovane era un cultore del calcio offensivo e anche della prevalenza del talento sulla garra, venne folgorato sulla via del difensivismo quando cominciò a lavorare con Bilardo, suo allenatore nell’Estudiantes e in nazionale.



Proprio Bilardo è intervenuto a sostegno del ct: “Sabella fa bene a tener conto delle opinioni dei giocatori, ma poi deve fare come pare a lui”. Come se fosse facile. Messi gode del sostegno incondizionato del sempiterno presidente federale Grondona.



Musi lunghi



Oggi contro l’Iran, in quella che appare come la partita più semplice del torneo, ovviamente l’Argentina si schiererà con il 4-3-3 che piace alla gente e alla maggioranza dei giocatori. Ma Sabella nella conferenza stampa della viglia ha ribadito di non escludere di tornare in futuro al 5-3-2: “Non chiudo nessuna porta. Se bisognerà cambiare ancora, cambieremo”. Il ct ha detto di non essere disturbato dalle interventi di Messi a favore di un gioco più offensivo e ha negato fratture nel gruppo. Ma il malcontento della minoranza cresce. Non solo dei giocatori sostituiti domenica scorsa, che non l’hanno presa affatto bene. Ma anche di un po’ tutti i difensori, che evidentemente non si sentono troppo sicuri. Di questi sentimenti si è fatto interprete il napoletano Fernandez: “Capisco che alla gente piaccia vedere tanti attaccanti in campo, ma così noi difensori siamo molto più esposti”.



L'ora di Gonzalo



Higuain oggi sarà naturalmente titolare dal primo minuto. Si giocherà su un campo così malconcio, nello stadio Mineirao di Belo Horizonte, che la Fifa ha negato alle due squadre la possibilità di svolgervi la rifinitura della vigilia. L’Iran nella prima uscita, pareggio 0-0 con la Nigeria, si è dimostrata la nazionale più catenacciara del torneo. E’ anche la più povera: ai giocatori è stato chiesto di non scambiare le maglie con gli avversari a fine partita, non ce sono abbastanza.



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