Bracconieri scatenati, reti e impianti
abusivi in montagna e nei campi

Martedì 27 Ottobre 2015
Decine di specie da richiamo sequestrate a Zanè
1
ALTO VICENTINO - Si chiama “rosto dei morti” ma quest'anno sta già andando di traverso a parecchi furbetti della caccia di frodo. Diverse, infatti, le operazioni antibracconaggio portate a termine dagli agenti della Polizia Provinciale vicentina. Ed è solo l'inizio. Dall'Alto Vicentino, ad esempio, arriva la notizia di due clamorosi sequestri effettuati dagli uomini del distaccamento di Thiene.



Il primo in comune di Arsiero. Dopo tre giorni di appostamenti, effettuati in un luogo impervio, situato sul M. Caviojo, gli agenti hanno sorpreso B.L., residente ad Arsiero, che controllava reti da uccellagione. “Il bracconiere – raccontano gli agenti - aveva teso in totale quaranta metri lineari di rete sullo spigolo della montagna, sopra un dirupo e lontano dai sentieri frequentati. Gli appostamenti hanno richiesto oltre un'ora di cammino notturno per arrivare sul posto senza farsi notare da nessuno. Poi è incominciata la lunga attesa che per due giorni non ha dato risultati. Infatti, l'uomo controllava le reti solo una volta ogni tre o quattro giorni, forse a causa della difficoltà di raggiungere il posto”. Finalmente tanta fatica ha dato i suoi frutti: gli agenti fermavano il cacciatore di frodo in flagranza di reato e da una successiva perquisizione dell'abitazione rinvenivano fauna protetta e particolarmente protetta oltre a quattro trofei di camoscio il cui possesso l'uomo non è riuscito a giustificare.



La seconda operazione ha riguardato invece un pensionato di Zanè che presso la sua abitazione aveva organizzato un vero impianto di cattura abusivo. Aveva infatti teso cinque reti da uccellagione fra le viti e una coltivazione di mais di sua proprietà, per un totale di circa trentacinque metri di rete. In più aveva esposto cinquanta richiami vivi appartenenti a varie specie protette e particolarmente protette ovvero lucherini, cardellini, peppole, fringuelli, passere scopaiole e frosoni. Pesante, anche sotto il profilo ambientale, il bottino sequestrato dopo una rapida perquisizione: in un frigorifero è stata rinvenuta una trentina di uccelli morti, il cui abbattimento è vietato: un raro organetto, un codirosso, cardellini, gardoni, passere scopaiole, pettirossi, lucherini, frosoni, fringuelli e peppole.



“Faccio appello alla sensibilità del mondo venatorio e del territorio – sottolinea il presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati – affinché simili personaggi vengano isolati. Una passione non può giustificare uno sterminio senza regole, soprattutto quando tutti, o quasi, le rispettano, le regole. Nessuno vuole eliminare una nostra tradizione, ma non daremo tregua a delinquenti e troppi furbi. Mi complimento pertanto con i nostri agenti ed il loro senso di responsabilità”.

Ultimo aggiornamento: 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA