Berlusconi: «Sinistra gode con il male»
Prodi: «Volgarità bandiera del premier»

Venerdì 13 Maggio 2011
La protesta a Napoli contro Berlusconi
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ROMA - Ultimi appelli dei leader politici per le amministrative di domenica e luned. Silvio Berlusconi nel pomeriggio ha chiuso a Napoli la campagna elettorale per il candidato sindaco Gianni Lettieri, tra le ovazioni dei fan, le contestazioni all'esterno e l'immancabile rosario di barzellette. Bersani a Bologna ha prenotato la vittoria al primo turno a Torino e Bologna, e il ballottaggio a Milano e Napoli. Il terzo polo punta tutto sul secondo turno, quando i voti di Fini e Casini, insieme oggi a Bologna. diventeranno determinanti.



«È importante vincere a Napoli e a Milano al primo turno per dare forza e sostegno al governo nazionale che in questi tre anni ha lavorato bene», ha detto il premier, fischiato però quando tra i suoi meriti ha rivendicato lo scudetto del Milan, che a Napoli è come parlare di corda in casa dell'impiccato: «L'amministrazione di Milano, una città che quest'anno ha anche la squadra che ha vinto lo scudetto». La sala inizia a fischiare e Berlusconi aggiunge: «Il Napoli col suo bravissimo presidente è riuscito a conquistare la Champions, ed è quello che come minimo si meritano i napoletani». I fischi si trasformano in applausi.



«A Napoli è impossibile votare per la sinistra - ha detto Berlusconi - Significherebbe condannare la città a quello che è successo in tutti questi anni. In un paese civile chi ha provocato questa tragedia avrebbe da tempo già chiesto scusa e sarebbe andato a nascondersi invece non hanno vergogna e si presentano ancora chiedendo di continuare ad amministrare la città. È qualcosa di incredibile».



«Dubitate sempre di coloro che non sono autoironici, questi signori della sinistra sono antropologicamente diversi da noi: tanto noi godiamo nel fare il bene, tanto loro appare che godano nel vedere altri che stanno male e fare il male. Ho capito perchè la Iervolino è sempre incazzata: perchè si guarda allo specchio la mattina e si rovina la giornata», ha detto Berlusconi.



Il premier ha attaccato sul fronte rifiuti, quello che vede la città ancora sommersa dalla spazzatura: «Napoli soffre di una mala amministrazione che ha dell'incredibile. Noi abbiamo dimostrato che si potevano tenere le strade pulite ed abbiamo lasciato un monito preciso all'amministrazione comunale che però non ha fatto nulla di tutto quello che doveva fare ed una società comunale ha anche bloccato una gara d'appalto per costruire i termovalorizzatori. Non solo non fanno nulla ma impediscono agli altri di fare, è una sconcezza inarrivabile».



Berlusconi rilancia l'impegno a non far pagare la Tarsu ai napoletani «finchè ci sarà anche un solo mucchio di rifiuti in strada». Berlusconi ha detto di fare propria la promessa fatta ieri dall'ex presidente degli industriali di Napoli. «La Tarsu sarà sospesa finchè a Napoli ci saranno ancora rifiuti in strada».



«È importante avere una scopa nuova che scopi bene - ha detto Berlusconi - È impossibile lasciare alla sinistra che ha dato straordinaria prova di incapacità la guida della città, bisogna affidarsi ad una amministrazione opposta a quella che ha inferto le ferite di cui avete sofferto e di cui ha sofferto la città».



È pronto un decreto per la sospensione fino a dicembre degli «abbattimenti indiscriminati - annuncia Berlusconi - Ho sentito i sindaci in questi giorni. C'è un numero impressionante di abbattimenti previsti. Sono indiscriminati e colpiscono anche famiglie povere, che non sanno dove andare. Ho preparato perciò un decreto di sospensione per poter valutare caso per caso di qui a dicembre. Poi vedremo che cosa è giusto fare, ma certamente non lasceremo che vengano gettate sul lastrico delle famiglie». Secondo il premier sono circa 100 mila le demolizioni di costruzioni abusive previste e 76 mila di esse riguarderebbero Napoli e la Campania.



Immancabile l'attacco a Ballarò e Anno Zero: «Sono state diffuse molte menzogne dalla stampa e dalle radio di sinistra. Questa settimana ho avuto modo di vedere le registrazioni di due trasmissione della Rai, Ballarò e Anno Zero. È davvero uno scandalo, e dico uno scandalo e non credo che nessun paese al mondo ha una tv pubblica pagata con i soldi dei cittadini possa arrivare ad una tale faziosità». Sul versante giudici, Berlusconi ha detto: «Io non ho mai attaccato la magistratura. Ho avuto 24 processi con 2.568 udienze e qualcuno a sinistra, senza senso del ridicolo, dice ancora Berlusconi fatti processare. Io ho avuto sempre l'assoluzione e dico grazie ai giudici onesti che non hanno creduto ai pubblici ministeri. Questi si indicano come giudici a Berlino».



«Oggi abbiamo una maggioranza numericamente inferiore ma più coesa, non c'è stato nessun mercato di voti, ma alcuni parlamentari autonomamente hanno deciso di sostenere la maggioranza, dandosi un nome 'responsabilì ed ora rappresentano la terza gamba della maggioranza stessa - prosegue Berlusconi - La sinistra ha mentito come fa quotidianamente dicendo che abbiamo dato i posti liberi al governo come ricompensa a questi parlamentari, ma non è vero perchè di nove posti ne abbiamo assegnati sei ad eletti nel Pdl e solo tre a parlamentari stimabilissimi che erano passati nel misto. Non c'è stato nessun mercato».



Il segretario dei democratici Bersani ha rivolto un appello a chi in passato ha votato per Berlusconi e che oggi è deluso dalla destra a dare un «segnale di cambiamento» rispetto al clima di rissa continua. Giurando che il Pd non è contro nessuno e che, se andrà al governo, governerà per tutti, Bersani tenta di accreditarsi come il leader di un futuro schieramento in grado di sostituirsi a Berlusconi senza provocare traumi alla parte conservatrice.



Stesso elettorato al quale si rivolgono Fini e Casini chiedendo voti per il loro terzo polo in nome di una profonda alternità rispetto a un centrodestra modello Santanche che preferisce la polemica urlata contro gli avversari-nemici al confronto ragionato sui programmi. Per arrivare a una convergenza di tutte le opposizioni, auspicata da Bersani, servirebbe l'indicazione di un obiettivo, fa osservare Fini: un obiettivo che, evidentemente, per Fini ancora non c'è.



Romano Prodi è stato l'ospite inatteso alla chiusura della campagna del candidato del centrosinistra a Bologna, Virginio Merola. Al suo arrivo la piazza è scoppiata in un'ovazione. Prodi ha fatto un discorso polemico verso il centrodestra e il suo leader. «Dove Berlusconi è andato a fare campagna elettorale ha portato un'ulteriore punta di volgarità, la volgarità è diventata la sua bandiera». Poi un consiglio al candidato sindaco: «Farai un mestiere bello e difficile, il sindaco deve stare al pezzo come un metalmeccanico nei giorni feriali e deve celebrare come un parroco nei giorni festivi». Prodi ha smentito il ministro Calderoli che poco prima, proprio a Bologna, aveva detto: «il vecchio professor Prodi, che è uno che ci vede lungo, ha rifiutato la candidatura, non viene a far la chiusura e ha spedito una letterina. Io lo conosco bene, e sono convinto che lo zio Romano alla fine vota Manes, non vota mica un Merola qualunque». Invece lo zio Romano ha abbracciato il candidato sindaco, invitando l'intera Piazza Maggiore a sostenerlo.



Il Partito Democratico potrà considerare di aver vinto queste amministrative «se ci sarà un'inversione di tendenza rispetto alle ultime elezioni», ha detto a Studio Aperto Bersani spiegando che sarà un risultato positivo «se vinciamo a Bologna e Torino al primo turno e andiamo al ballottaggio a Milano e Napoli». Bersani guarda soprattutto a Milano quale «città simbolo» in quanto «è lì che è partita l'avventura di Berlusconi e perché sono quindici anni che il centrosinistra non è nemmeno andato ai ballottaggi. Lì oggi combattiamo e combattiamo per vincere».



«Noi contiamo di avere una vittoria a Torino e Bologna, vedremo se al primo turno, perché c'è molta frammentazione, tante candidature, tante liste e contiamo di giocarcela al ballottaggio a Milano e Napoli - ha aggiunto Bersani - Ma non dimentichiamo che si vota anche in moltissimi altri capoluoghi, province molto importanti come quella di Treviso. Noi ci aspettiamo nell'insieme un'inversione di tendenza rispetto all'abbrivio vincente di cui gode il centrodestra per cominciare una strada nuova».



«Noi vogliamo parlare d'altro rispetto ai problemi di Berlusconi perché ci aspettiamo da queste elezioni che venga un segnale secondo il quale d'ora in poi ci si occupi dei problemi degli italiani - ha sottolineato Bersani - Non possiamo stare sempre attorno alle sue guerre, alle sue risse, ai suoi odi. Noi abbiamo bisogno di parlare di lavoro, di fisco, ed abbiamo anche bisogno che si approvi qualche riforma sulla precarietà. Se ci vanno bene queste elezioni, è questo che dirò il giorno dopo, in Parlamento noi qualche proposta ce l'abbiamo e la smettiamo di parlare di lui perché sennò i problemi si accumulano e non hanno mai una risposta».



È il Terzo polo, e non la sinistra, la vera alternativa per i moderati a Berlusconi e all'estremismo del Pdl: è il messaggio che Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini lanciano da Bologna chiudendo insieme la campagna elettorale a sostegno del candidato Stefano Aldrovandi. Per il presidente della Camera Bologna «oggi è una città degradata e appaltata dal Pdl alla Lega». Fini muove al governo Berlusconi un'accusa durissima: «Oggi il Tricolore e l'Inno nazionale sono diventati, per responsabilità di questo governo, un elemento distintivo ed identitario della sinistra italiana. Ma siamo noi a doverli innalzare questi simboli! Il Pdl ammaina il Tricolore perchè non vuole dispiacere» ad una Lega che, ammette, per certi aspetti è la padrona d'Italia come ha detto recentemente Umberto Bossi. Insomma, Fini e Casini chiedono il consenso dei moderati per fermare la «continua ordalia» dei pro e contro Berlusconi, la «politica dell'Ok Corral» contro cui si è espresso il presidente Napolitano cui, osserva il presidente della Camera, «tutti plaudono per fare subito dopo esattamente il contrario».



«In questa campagna elettorale - accusa Fini - Berlusconi è stato bravissimo a far sì che non si parlasse dei problemi delle città su cui dovrebbe rendere conto di ciò che è stato fatto. Perchè, gli piaccia o meno, per 8 degli ultimi 10 anni l'inquilino di palazzo Chigi è stato lui. Grida al complotto per spostare l'attenzione dai problemi reali. Noi invece - puntualizza - vogliamo mettere nell'agenda politica il rispetto al posto della quotidiana ordalia. Io e Casini siamo convinti che ci sia un potenziale consenso verso il Terzo Polo da parte di chi cerca una nuova strada rispetto allo scontro quotidiano. Perchè il bipolarismo non può essere basato solo sulla delegittimazione o sulle palate di fango».



Per il leader dell'Udc, Berlusconi «vuole dividere il Paese, perchè così può evocare i fantasmi del passato e riproporsi con una rendita di posizione», dice definendo la campagna elettorale come «una metafora dell'Italia: tutti urlano, tutti insolentiscono e le battute di Berlusconi sono spesso una scemata. Chi, come il candidato del Terzo polo a Bologna, si sforza di parlare di problemi è minoritario». E la metafora del Pdl - accusa Casini - è la Santanchè, le idee del Pdl sono quelle della Santanchè, ovvero quelle più estreme della vita politica italiana.



Ancora scintille a Milano. Non accenna a sopirsi la polemica scoppiata dopo che il sindaco, in un confronto tv, ha accusato Pisapia di aver rubato un auto per un sequestro e di essere stato amnistiato (in realtà in appello Pisapia è stato prosciolto da ogni accusa). Da allora le accuse di estremismo, da entrambe le parti, non si sono più fermate. Moratti ha detto di non essere pentita e di non volersi scusare per le calunnie contro il suo sfidante e ha ribadito: Pisapia non ha mai rinnegato i suoi trascorsi extraparlamentari né ha preso le distanze dagli episodi di violenza in piazza, dagli scioperi selvaggi o dalle occupazioni abusive dei centri sociali.



«Una multa» in auto la più «grossa trasgressione» ricordata oggi dal sindaco Moratti. «Ero in ritardo per andare all'università - ha raccontato Moratti - poi il vigile mi ha consolata perché mi ero pure messa a piangere».



«Io sono amico dei giovani ma non ho un capolista che è imputato di gravissimi reati (Berlusconi, ndr), non ho nelle mie liste persone che hanno affisso e ideato manifesti che insultano le procure, non ho usato la diffamazione e i gravi attacchi mediatici, ma ho parlato dei milanesi e questo servirà ad eliminare anche la fiducia che alcuni avevano in buona fede riposto nel centrodestra e nel sindaco Letizia Moratti», ha replicato oggi Pisapia, dopo che Moratti lo aveva accusato di essere amico dei violenti dei centri sociali.



«Le menzogne della Moratti, di Lassini e di Berlusconi sono le stesse e dmostrano che non solo Letizia Moratti non è un sindaco degno di Milano ma anche l'intera coalizione del centrodestra non a la possibilità e la capacità di governare: chi usa l'insulto non ha argomenti diversi per governare Milano», ha ribadito poi Pisapia.



«L'autogol della Moratti è evidente, ha dimostrato di essere una persona inaffidabile e questo convincerà molti indecisi a non votare per il sindaco e a voltare la faccia e le speranze verso altre prospettive tra cui quella della mia coalizione», ha sottolineato il candidato sindaco del centrosinistra.



«Giuliano Pisapia dice che ho avuto amici più estremisti di lui. Può darsi. Poteva capitare in quegli anni ma ho conosciuto anche lui e quindi almeno un estremista l'ho conosciuto», ha commentato il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Io - ha sottolineato La Russa - ho sempre militato in un partito parlamentare», e questo, ha detto, gli ha consentito di tener lontani centinaia di ragazzi «dall'area extraparlamentare che si sa dove inizia e non dove finisce. Io non ho militato mai in un gruppo extraparlamentare, Pisapia sì».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA