Nei Sette Comuni via al Centenario
Sul Verena alle 3.55 spara il mortaio

Domenica 24 Maggio 2015 di Stefania Longhini
Un cannone sull'Altopiano e il colpo di mortaio sul Verena alle 3.55
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ASIAGO - Nella lunga nottata al Monte Verena alle 3.55 è stato sparato il colpo di cannone che ha dato avvio alle commemorazioni del Centenario sull’Altopiano dei Sette Comuni. Non un cannone, come cento anni fa, ma un mortaio ha sparato a salve: più facile portare su un pezzo più contenuto (per un cannone ci sarebbe voluto un elicottero). Dopo la nottata, con suggestive fiaccolate nella notte di centinaia di persone che hanno raggiunt il Verena, ad Asiago si è svolta una cerimonia suggestiva, coinvolgente e a tratti anche commovente, a ricordo di quanti, cento anni fa, si sono sacrificati, in particolare sui monti dell’Altopiano, per donarci unità e pace.

Davanti alla loggia dei caduti del municipio di Asiago, l’arrivo dei rievocatori e della fanfara in bicicletta di Roccafranca (Brescia), i canti del Coro Asiago e dei bambini della scuola primaria Monte Ortigara e la lettura di un brano di Mario Rigoni Stern ad opera dell’attore Isacco Tognon, hanno preceduto il momento clou con l’orazione del Centenario e l’accensione della lampada della pace. La lanterna da trincea, usata durante la prima Guerra Mondiale, prestata per l’occasione dal Museo “Battaglia dei Tre Monti” di Sasso, rimarrà accesa sotto la loggia fino al 4 novembre 2018.

Tra i tanti partecipanti , a suscitare curiosità, attenzione e applausi è stato soprattutto l’ultracentenario di Castelletto di Rotzo Cristiano Dal Pozzo, classe 1913, l’alpino più applaudito e famoso d’Italia, fino all’anno scorso sempre presente alle adunate delle penne nere. Cristiano ha sfilato in corteo lungo le vie del centro ed è salito fino all’Ossario dove ha voluto salutare ed abbracciare il vescovo di Padova monsignor Antonio Mattiazzo e l’aricvescovo galliese monsignor Giampiero Gloder, che hanno concelebrato l’eucaristia ai piedi del Sacrario militare in cui riposano i resti di 54.000 caduti della Grande Guerra.

“La riflessione storica sul significato del Centenario – ha sottolineato il sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern nel suo discorso prima della messa - dovrebbe partire dalla consapevolezza della responsabilità di ognuno delle sorti della comunità a cui appartiene. Vorrei che oggi in noi prevalesse un animo riflessivo piuttosto che celebrativo. Quando percorriamo i sentieri delle nostre montagne tocchiamo la storia con le mani. Avviciniamoci a questi luoghi con sentimento di rispetto e riconoscenza consapevoli come siamo che la nostra terra è stata teatro di tragici fatti. La storia deve esserci d’insegnamento per il futuro. Vivere in concorde unità il nostro essere nazione e cercare il bene comune mettendoci a servizio di questo valore difendendolo e promuovendolo è il modo migliore per rendere omaggio non superficiale né solo formale alle centinaia di migliaia di caduti su ogni fronte nel nome della patria”.

Ultimo aggiornamento: 23:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA