Armi chimiche siriane, partita dagli Usa la nave di smaltimento: in 2 settimane sarà in Calabria

Lunedì 27 Gennaio 2014 di Anna Guaita
Armi chimiche siriane, partita dagli Usa la nave di smaltimento: in 2 settimane sarà in Calabria
NEW YORK – E’ partita nel primo pomeriggio. La nave da trasporto Cape Ray, scelta dal governo Usa per la missione di smaltimento delle armi di distruzione di massa siriane,

ha preso il largo dal porto di Portsmouth in Virginia. Nel momento in cui ha rotto gli ormeggi, la nave, che normalmente fa parte della flotta civile ed appartiene al Dipartimento dei Trasporti, è stata trasferita sotto il comando della Marina.



E’ attesa nel porto di Gioia Tauro entro due settimane. Nello scalo calabrese, prenderà a bordo i container siriani, e poi tornerà al largo per procedere all’opera di purificazione del contenuto.



La data della partenza della Cape Ray era stata tenuta segreta dal Pentagono perché dopo il lungo lavoro di riadattamento che l’ha trasformato in un enorme e sofisticato laboratorio navigante, il vascello doveva essere collaudato in alto mare per sottoporre tutti i macchinari a rigide prove di funzionamento. La settimana scorsa la Cape Ray ha superato gli esami a gonfie vele, e quindi il Pentagono ha dato il via libera.



La notizia della sua partenza è giunta mentre all’Onu veniva confermato che nel porto di Lattakia era intanto avvenuto il trasferimento del secondo carico di armi chimiche a bordo della nave danese Ark Futura. Protetta dalla scorta di fregate svedesi, norvegesi, russe e cinesi, la Ark Futura ha poi ripreso il largo. La missione dunque procede bene. Il primo carico è avvenuto il 7 gennaio, e ora è stato portato a compimento senza problemi anche il secondo. E i responsabili della missione OPCW-UN (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche e Nazioni Unite) hanno espresso la fiducia che l’intero smaltimento delle armi di distruzione di massa siriane possa avvenire entro la fine di giugno, come deciso nella risoluzione del Consiglio di Sicurezza il 27 settembre scorso.



La missione si è finora svolta anche senza disaccordi fra i numerosi Paesi che collaborano. Per il prelievo e il trasporto delle armi chimiche, la Russia ha inviato in Siria 70 mezzi corazzati, e gli Stati Uniti decine di container per lo stoccaccio di prodotti pericolosi e inquinanti. La Danimarca e la Norvegia hanno messo a disposizione le due navi da carico, che stanno prendendo a bordo i container, e hanno affiancato le proprie imbarcazioni civili con due fregate missilistiche di scorta. Ma anche la Russia e la Cina hanno contribuito con due fregate missilistiche che pattugliano il pericoloso carico. Difatti, in attesa che arrivi la nave-laboratorio americana per il rendez-vous a Gioia Tauro, i vascelli danese e norvegese sono “parcheggiati” in alto mare.



La Cape Ray porta a bordo 64 esperti dell’esercito, provenienti dal Centro Chimico-Biologico di Essex, nel Maryland. Nave da carico specializzata nel trasporto di soccorsi per paesi colpiti da disastri (per esempio il terremoto di Haiti), per l’occasione è stata fornita di taniche di titanio e di un laboratorio in grado di effettuare il primo essenziale intervento per trasformare le armi da “primo livello di gravità” a composti meno pericolosi e facilmente trattabili nei normali laboratori di depurazione.
Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA