Bloccati sulle Tre Cime, 2 rocciatori
salvati dopo una notte all'addiaccio

Giovedì 1 Ottobre 2015
Bloccati sulle Tre Cime, 2 rocciatori salvati dopo una notte all'addiaccio
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BELLUNO - Notte all'addiaccio per due alpinisti sulle Tre Cime di Lavaredo. I rocciatori sono bloccati in vetta da ieri sera. Gli alpinisti sono di lingua tedesca. I due, attaccata la via Preuss alla Piccolissima verso le 13, alle 21 hanno fatto scattare l'allarme, poiché con il buio non riuscivano a individuare l'uscita, non erano attrezzati per un bivacco e si trovavano ancora a una cinquantina di metri dalla vetta, a 2.700 metri, con le condizioni meteo in peggioramento.



Le squadre del Soccorso alpino di Auronzo e Dobbiaco, con soccorritori del Corpo forestale dello Stato, si sono portate al Rifugio Lavaredo, per valutare le operazioni possibili da effettuare in sicurezza ed è stata chiesta l'attivazione dell'elicottero dell'Esercito italiano, che ha inviato un AB-205 del IV Reggimento Altair di Bolzano abilitato al volo notturno. Purtroppo le nubi persistenti calate all'improvviso e la neve che ha cominciato a scendere hanno fermato il mezzo, poi rientrato a notte fonda, nel piazzale del Rifugio. Con la parete illuminata dalla fotoelettrica dei vigili del fuoco di Monguelfo, i soccorritori hanno tenuto i contatti telefonici con i due alpinisti, chiamandoli periodicamente tutta la notte.



Con la luce del giorno, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e successivamente quello dell'Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, hanno effettuato alcuni tentativi, ma sono stati costretti a rientrare dal tappo di nuvole sugli ultimi 30-40 metri.







Non appena si è aperto un varco nella nebbia, l'elicottero dell'Air service center, ha trasportato sulla cima due tecnici del Soccorso alpino. I due soccorritori si sono quindi calati verso i due rocciatori, fermi una ventina di metri più sotto verso l'uscita della via Preuss che avevano scalato ieri senza terminarla, e li hanno aiutati a risalire. L'elicottero è quindi tornato, li ha imbarcati e trasportati a valle. Infreddoliti, ma in buone condizioni, gli alpinisti sono stati visitati da un medico che non ha ritenuto necessario il loro ricovero.



Le squadre del Soccorso alpino e i soccorritori del Corpo forestale dello Stato, già da ieri sera alla base della parete, non erano potuti intervenire in quanto la vetta della Piccolissima non si raggiunge da una via normale accessibile soltanto scalando vie alpinistiche di 4/o-5/o grado trasformate però nella notte in pericolose lastre di ghiaccio dalla neve caduta e dalle basse temperature e quasi impossibili da salire in sicurezza.
Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA