Operai martiri del lavoro: 5 indagati,

Martedì 23 Settembre 2014 di Compagno, Fraccon, Zoli
Marco Berti, Nicolò Bellato, Paolo Valesella, Giuseppe Baldan
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ADRIA (ROVIGO) - Il suo altruismo gli è stato fatale. Quando ha visto i corpi dei compagni distesi a terra, dopo che si era sprigionata all'interno dello stabilimento la nube mortale, è corso loro incontro per soccorrerli, saltando su un pick-up. Ha perso così la vita, da eroe, Nicolò Bellato, che tutti affettuosamente chiamavano il ragioniere e con il quale tutti, quando entravano in azienda, si dovevano interfacciare.

Bellato, 28 anni, originario di Bellombra, abitava in via Allende. Aveva preso casa da circa tre mesi ad Adria assieme alla compagna Stefania, in via Brodolini. Dipinto come un ragazzo generoso, non si sarebbe neppure reso conto di rischiare la vita quando ha visto tramite i monitor installati nell’ufficio, alcuni colleghi a terra esanimi colpiti dalle esalazioni mortali. Senza pensare alle conseguenze, senza protezione alcuna, secondo le prime ricostruzioni, è andato incontro alla morte come un buon samaritano.

MARCO BERTI - «Eri un marito affettuoso e un padre amorevole». È così che l'amica Alessandra ricorda Marco Berti, 47 anni, residente in via Don Aser Porta a Rovigo, sposato, con un figlio. Marco è una delle quattro persone che hanno trovato ieri la morte nell'azienda di Ca’ Emo. L'ha trovata da eroe. Da uomo generoso e altruista. Insieme a un giovane ragioniere, Nicolò Bellato, quando ha visto che il camionista dal cui mezzo si stava versando l'acido nella vasca si era sentito male, ha cercato di portare soccorso.

I due sono saltati a bordo di un pick up e hanno tentato l'impossibile. Volevano scompaginare i piani della morte, purtroppo l'hanno trovata anche loro. Marco era un dipendente storico dell'azienda.

PAOLO VALESELLA - Il 53enne operaio morto insieme ai suoi sfortunati compagni, abitava ad Adria in località Bindola. Celibe, lavorava alla Coimpo da circa otto anni. Lascia i fratelli Luigino, Bruno e Agostino, e l'anziana madre. Era stato assunto, raccontano i testimoni, con la qualifica di muratore, ma all'interno dell'azienda era considerato il classifico tuttofare. Valesella, infatti, prima di trovare occupazione a Ca’ Emo lavorava in una piccola impresa edile a carattere familiare. Era considerato un uomo di fiducia alla Coimpo, al pari del suo amico Stefano Amà, anche lui dipendente, morto per un incidente sui campi nel giugno del 2011. Valesella era legato con Amà non solo da una grande amicizia, ma anche dalla comune passione per le moto e i motori.

GIUSEPPE BALDAN - C’è anche un veneziano tra le quattro vittime della tragedia di Adria. A Liettoli di Campolongo Maggiore il 48enne Giuseppe Baldan era chiamato da tutti Dino.

Anche se sui suoi documenti appare nativo di Piove di Sacco, Baldan ha sempre risieduto nella frazione, in una bella palazzina di via Veneto 73. Sposato con Monica, lascia due figli: una ragazza di 17 anni e un giovane di 12. Era autista di autocisterne da una decina d'anni per la ditta Marchi Industriale, con stabilimento produttivo in via Miranese a Marano Veneziano di Mira.

Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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