Virginia Saba e Di Maio: «Per amore mio, Luigi viene anche all’Opera»

Domenica 17 Marzo 2019 di Simone Canettieri
Virginia Saba e Di Maio «Per amore mio, Luigi viene anche all Opera»
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«Siete bellissimi, lo sapete?». Luigi Di Maio, fiero ma non tronfio, stringe la mano della sua Virginia. Impercettibile piegamento del collo. Poi sguardo d’intesa tra i due. Lei, che di cognome fa Saba ed è la giornalista sarda per la quale il vicepremier ha perso la testa, si lascia andare a un sorriso che fa pendant con gli occhi. È composta, sempre un passetto indietro, indossa un abito di velluto con scollatura sulla schiena. Commento dalle file posteriori: «Ammazza, che carucci».


Venerdì sera, teatro dell’Opera di Roma, il sipario su “Orfeo ed Euridice” si è appena alzato. E gli sguardi sono tutti per loro. «Lei è Virginia, la mia fidanzata», ripeterà almeno una decina di volte «Luigi». Ecco, allora, Renato Balestra, lo stilista. Poi più in là spunta Roberto Benigni. «Maestro!», gli fa Di Maio. «Scusa se ho la barba ma sto interpretando Geppetto», gli risponde con un lampo di genio. Segue una piccola conversazione sul San Carlo di Napoli. Si aggiunge un’altra Virginia: Raggi.

L’INCONTRO 
A dire il vero, la sindaca di Roma era stata la prima a raggiungere la coppia per conoscere l’omonima regina grillina. «Pensa - le confida Saba - tutte le volte che mi presento e dico che mi chiamo Virginia tutti mi rispondono: come la Raggi!». A questo punto serve una voce fuori campo: «È un onore!». 
Carlo Fuortes, sovrintendente del teatro, si muove con la destrezza del padrone di casa. È il Cicerone della comitiva. Benigni si congeda così: «Ora vi lascio, immagino che abbiate un sacco di cose da fare». Il gruppo si sposta dietro le quinte. Di Maio vuole far vedere alla sua fidanzata lo splendido fondale allestito sul palco: un crinale di sabbia e sassi, che è la tomba di Euridice ma anche la porta d’ingresso agli Inferi, dove Orfeo andrà a riprendersi l’amata.

«Sono un’appassionata di opera e musica lirica - racconta Virginia - e questa è una storia d’amore che finisce bene, dunque sono sicura che ci porterà fortuna». Virginia nei giorni scorsi ha raccontato che di Luigi ammira «i modi», va bene, ma soprattutto il «coraggio». Di chi è stata l’idea di venire qui? «Ogni tanto anche Luigi merita un po’ di svago, ed è stato contento di seguirmi per amore». Scusi Di Maio, ma ora si concederà una pizza a lume di candela con la sua amata? «Magari, abbiamo ancora un altro impegno». Si affaccia per un saluto Carlo Vistoli, possente Orfeo, camicia di scena aperta e madida di sudore: «Complimenti, bravissimo», gli ribadiscono Luigi e Virginia.

Fuortes dà un’informazione di servizio: c’è Giovanni Tria.

Esitazione. Poi allora si sale verso la sala più riservata, dove s’odono passare risotti al radicchio. Il ministro dell’Economia è con la moglie Maria Stella. Scatta la presentazione con Virginia. La signora Tria: «Per una volta siamo riusciti ad andare a teatro, per una volta non c’era il solito vertice notturno delle 23, ma digli qualcosa, no?». Il vicepremier: «In effetti ci siamo visti questa mattina alle 8». Venerdì di buon’ora c’è stato un duro e franco punto a Palazzo Chigi sulla Via della Seta. Tria al vicepremier: «Hai letto il documento che ti ho messo questa mattina nella borsa?». «Giovanni, non ancora, lo farò questa notte». Sospiro di Virginia (che sul comodino dice di tenere i libri di Aristotele). La signora Tria: «Di notte non si leggono i documenti!». Poi la neo fidanzata del vicepremier parla dell’opera: «Orfeo ed Euridice che belli, che storia, che interpretazione». Si è fatta una certa ora. Anche Raggi se ne va: «Sentiamoci, eh», dice a Saba. «Sì». Diventerete amiche? «Certo!». Luigi si prende la sua «Virgy», la bionda, per mano. E in auto scatta, finalmente, il bacio cercato finora con gli occhi. Altro che quello del murales con Salvini...

Ultimo aggiornamento: 11:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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