Ci risiamo.
Mi tatuo il nome di Silvio per Silvio. Sento Berlusconi in me e celebro l’amore per il sultano, come nelle società non più primitive ma più spirituali e devote alla figura divina dell’uomo maschio, marchiando la mia pelle con le sue iniziali o con un pensierino a lui dedicato. Nel rituale della volontaria sottomissione passionale che il Cavaliere riesce, senza dirlo e magari anche senza volerlo (non gli piacciono granché i tatuaggi ma se lo consacrano li tollera), ad attivare nelle sue adoratrici, quello di farsi dedicare la cute è uno dei più praticati.
Francesca Pascale, 36 anni, ha ancora, e non intende cancellarla, la scritta “Silvio” sul polso e la fa convivere “amorevolmente”, con il nuovo tatuaggio colorato che si è aggiunto a questo. E che lei mostra orgogliosamente. È il simbolo della pace arcobaleno in omaggio al ddl Zan.
Per non dire dire dell’Ape Regina. Chi? Sabina Began, 46 anni, adoratrice del Cavaliere indefessa e insuperabile, personaggio magico è cruciale nell’epopea politico-erogena del Cavaliere. Sul tallone l’Ape Regina da decenni ha una scritta: “S.B.”. Ma non si è limitata alle iniziali Sabina. Al contrario della Fascina, che a Silvio e ai figli di Silvio piace perché “è misurata è mai invadente”, l’Ape alle iniziali del sultano ha fatto aggiungere sul piede: “l’uomo che illumina la mia anima e il mio cuore per sempre”. Sempre Sabina al tempo della passione diceva: “I piedi di Silvio sono profumatissimi, li bacerei in eterno”. Ma ora probabilmente Silvio bacia Silvio poggiando dolcemente le labbra, nelle serate intime in Sardegna o a ad Arcore, sull’anulare di Marta.